Editoriale

La convalescenza dell’Inter con il tempo variabile impazzita

Dieci giorni fa dopo il derby era un tripudio di Inzaghiout.

Molti si spinsero a pronosticare che il trittico ante sosta Torino-Viktoria PlzenUdinese fosse decisivo per la panchina nerazzurra.

Poi è arrivato il gol di Brozovic con i granata, ieri la vittoria in Champions. Le nubi si diradano, l’Inter è ancora in convalescenza ma almeno i social ululati sono finiti. In Friuli i nerazzurri sono attesi da una squadra in grande fiducia, reduce da 4 vittorie di fila, senza le coppe e dunque leggera da impegni e libera nella testa e nelle gambe. Impegno difficilissimo ma non proibitivo per una squadra che sta procedendo sulla strada della completa guarigione step by step.

Dopo questo periodo dipinto da molti come drammatico l’Inter del campionato è a due punti dalla vetta della classifica, a più due sulla Juventus dal mercato estivo da fuochi artificiali ed in attesa del doppio scontro con il Barca per provare il miracolo europeo. Vale davvero la pena arrovellarsi ?

3 punti d’obbligo in Europa

A Plzen invece l’Inter era arrivata con un solo obbiettivo: portare a Milano i 3 punti. Il come contava poco, sporchi, puliti, di corto muso o di goleada, vincere era l’unico risultato possibile per evitare nuovi mugugni. Risultato raggiunto al termine di un match non entusiasmante ma neanche da buttare. L’avversario era quel che era ma quante volte l’Inter ha pianto di fronte a squadre nettamente inferiori? Vogliamo ricordare lo Shakthar Donets? Oppure il PSV Eindhoven? Brividi che correvano lungo la schiena dei tifosi prima del fischio di inizio, rapidamente svaniti con il passare dei minuti vedendo squadra e atteggiamento del tutto diversi da quelli delle ultime apparizioni. Troppo diversi i valori in campo e gli obbiettivi ma con l’Inter mai dire mai…La spinta iniziale ha partorito il gol di Dzeko, che sarà si poco mobile causa dati anagrafici ma quanto a capacità di essere decisivo nei momenti topici offre ancora ottime garanzie. Zero problemi per Onana tornato a sostituire Handanovic in un turn over ripetuto, Brozovic di nuovo padrone della metà campo, Dumfries tornato in sé dopo le prove orrende con Bayern e granata, Gosens finalmente presente e positivo per 90 minuti su 90.

Il tempo, variabile impazzita

Nessuno pensi che il malato sia guarito, la bacchetta magica non esiste. Inzaghi ha giostrato al meglio le risorse umane a sua disposizione nella quarta gara in 10 giorni, da questo punto di vista un bravo al mister è dovuto nonostante le perplessità dei soliti cacadubbi nel pre partita.

Anche senza poter fare magie e con la giuste dose di pazienza, il tempo è dalla parte dei nerazzurri. Troppo brutta l’Inter di 15/20 giorni fa per essere vera, la forma fisica sta migliorando strada facendo, quella mentale lo stesso. In campionato il tempo c’è, Udine sarà un passaggio importante ma non decisivo. In Champions invece il gong del tempo degli errori è già suonato. Ai primi di ottobre il doppio match con il Barcellona sarà decisivo. Saranno due partite da cardiopalma nelle quali servirà ( lì si) l’Inter migliore, quella di Liverpool, quella di lunghi tratti della stagione scorsa. I blaugrana hanno impressionato all’Allianz di Monaco ma anche loro tornano a casa con una coppiola sul groppone, firmata da un Sanè imperiale e da Luca Hernandez. Hanno tre punti come l’Inter, due gambe come quelli dell’Inter, un cervello come quelli dell’Inter. Magari hanno un po’ più di consapevolezza, un po’ più di esperienza europea sia in panca che in campo, magari hanno anche una buona dose di talento in più che gli regala facilità di azione e linee quasi sempre verticali.

Essere europeisti (per adesso)

Ti pare poco? direte voi… No di certo, portare a casa i 4 punti necessari nel doppio scontro per questa Inter sarebbe come fare 6 superenalotto. Ma mancano ancora 20 giorni, una sosta che ci riporterà Lukaku e che non potrà che facilitare il fine rodaggio dei ragazzi di Inzaghi, poi vedremo.

Si ma prima c’è l’Udinese e pure la Roma. Giustissimo, pensiamo al campionato, la seconda stella è un obbiettivo strepitoso, anche perché vorrebbe dire anticipare di almeno un anno la cuginanza rossonera con relative overdose di sfottò.

Quello sbagliato sono io che continuo a pensare che dal miracolo di passare agli ottavi in Europa arriverebbero almeno due partite da urlo ( roba che dovrebbe essere il nostro brodo di tutti i giorni),  quello che pensa  che i soldi veri arrivano dalla Champions,  almeno 30 milioni di euro dall’Uefa e un botteghino pieno come un uovo. Quello che pensa che gli ottavi di Champions potrebbero essere la vera trincea dalla quale respingere il nuovo assalto francese a Skriniar a gennaio.

Sono io quello sbagliato che firmerei per due pareggi con Udinese e Roma in cambio di 4 punti con il Barca pensando che alla fine della serie A mancano 8 mesi ed un mondiale nel mezzo, dunque con tutto il tempo davanti per recuperare visto che nessuno dei competitor in serie A sembra avviato ad una marcia trionfale.

Sono io quello sbagliato, europeista convinto, almeno fino alla fine del girone di Champions…