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Nuovo San Siro, l’AD Antonello svela il piano. Sui diritti TV c’è un obiettivo

Tifosi Inter Bandierone
Nuovo San Siro, sono ore caldissime per quanto riguarda il futuro dello stadio.
Dopo il sit-in del comitato cittadino che non vuole l’abbattimento del Meazza e le dichiarazioni del sindaco di Milano (qui puoi leggere la posizione di Sala), l’amministratore delegato corporate dell’Inter Alessandro Antonello, è tornato a spiegare la posizione dei club, ma non solo.

Intervenendo all’evento intitolato MilanoParigiCapitali, organizzato da MilanoFinanza, ha sottolineato come sia molto complicato fare un parallelo tra la situazione francese e quella italiana. Focalizzandosi sulla situazione degli stadi è evidente come la Francia abbia potuto beneficiare di un evento sportivo importante come l’Europeo del 2016. La manifestazione ha permesso di rinnovare molti impianti. L’Italia è ancora legata agli investimenti che si fecero per il lontanissimo Mondiale del ’90 e in tale prospettiva la possibile candidatura nel nostro Paese per gli Europei 2032 fa ben sperare, anche se manca tantissimo tempo e non si può aspettare.

Nuovo San Siro, stadio fondamentale per Inter e Milan. Non solo un impianto ma un nuovo distretto per Milano.

Come riportato anche da tuttomercatoweb.com, Antonello ha spiegato che Inter e Milan sono ormai tre anni che hanno presentato un master plan che è ancora in fase di discussione. Proprio in queste ore è stato depositato anche un nuovo piano di fattibilità che va incontro alle richieste delle istituzioni. L’AD nerazzurro ci ha tenuto a sottolineare che non si tratta esclusivamente di una struttura a se stante. Il progetto prevede la realizzazione di un vero nuovo distretto dell’entertainment, a tutto beneficio della città di Milano e della sua valorizzazione. Il progetto dovrà necessariamente essere ecosostenibile, ma senza di esso squadre come Inter e Milan non saranno mai in grado di tornare ad essere competitive a livello internazionale.  Tutti i top club europei, infatti, possono contare su strutture moderne che permettono ricavi che poi le società possono investire direttamente nelle rose.
Antonello si è espresso anche sul tema dei diritti TV che vede il campionato italiano viaggiare lontanissimo dai ricavi delle altre leghe nazionali. Non solo la Premier League, stella polare del business del calcio ma distante davvero anni luce, ma anche Liga Spagnola e Bundensliga stanno facendo dei passi da gigante.  Per l’AD interista un driver importante deve essere lo sviluppo tecnologico, oltre ad allargare il panorama internazionale. La Serie A ancora non è riconosciuta come un brand attrattiva come lo era negli anni ’90. Bisognerebbe mettere al centro i fans, creando formati e competizioni che permettano di non ampliare il gap con il campionato inglese.