Lautaro all’altezza di un attaccante che ha fatto la storia. Parola di Crespo
Lautaro Martinez è in questi giorni al centro dell’attenzione nel mondo Inter, viste le due grandi prestazioni sfoderate con Barcellona e Salernitana. A parlare di lui ci ha pensato oggi Hernan Crespo, che ha rilasciato un’intervista pubblicata dalla Gazzetta dello Sport. L’argentino ha paragonato due suoi connazionali: lo stesso Lautaro Martinez e Diego Milto, la punta che ha fatto sognare i tifosi nella magica stagione del 2010.
L’ex calciatore ha confrontato diversi parametri relativi ai suoi due colleghi, dimostrando come, secondo la sua opinione, in alcuni casi prevale il primo, mentre in altri casi il secondo.
Lautaro a paragone con Milito: i voti di Crespo
Il primo parametro ad essere valutato è quello del gioco aereo, dove prevale, secondo Crespo, Diego Milito. Lautaro se la cava bene sia nelle acrobazie sia nel prendere il tempo ai difensori, ma la statura e la struttura fisica in generale non lo aiutano (voto 9 vs 8). Entrambi gli attaccanti prediligono il tiro di destro, anche se Lautaro ha guadagnato mezzo voto in più (8,5 vs 9) in quanto, a differenza dell’ex numero 22 (che sfoderava le sue armi principalmente in area) riesce a tirare anche da lontano.
Anche per quanto riguarda il tiro di sinistro risulta superiore l’attuale punta dell’Inter, che sembra quasi ambidestro vista l’indifferenza nell’utilizzare i due piedi. El Principe invece faticava un pò di più sotto questo aspetto (8vs 8,5). Pareggio assoluto invece sotto l’aspetto del dribbling (9vs9). “Fenomenali entrambi con il pallone tra i piedi, quando si deve trattare di superare l’avversario. Il Principe difendeva la sfera con il corpo e superava il difensore con un dribbling secco portandosi il pallone da un piede all’altro. Ricordate il gol in finale di Champions League contro il Bayern Monaco nel 2010? Lautaro è più trequartista nel gesto, il che significa che affronta l’avversario “vis à vis”, lo sfida e lo supera anche con le finte del corpo”.
Milito infine vince il duello riguardante il senso del gol (Lautaro spesso si appanna mentre il suo predecessore era una sentenza) e della personalità (complice l’età). In questi parametri Lautaro ha preso un voto in meno, sbilanciando una valutazione che complessivamente era uniforme. Tuttavia El Toro ha dalla sua il tempo, che potrebbe aiutarlo a crescere in questi ambiti.