Sintesi della settimana.
Zhang dice di non voler vendere l’Inter ma se solo dicesse il contrario svaluterebbe il suo asset. E’ cinese mica pirla e se ne fotte delle indiscrezioni. Con il probabile via libera al nuovo stadio entro fine novembre se arriva qualcuno con la grana che vuole lui lascia (come correttamente dice nella relazione al bilancio), se arriva la decisione dell’Europa favorevole alla Superlega tutto torna in ballo.
Siamo agli ottavi di Champions. Dopo il sorteggio di due mesi fa era iniziato il funerale, dopo le quattro sconfitte in campionato avevano già chiamato i tombaroli. Invece l’Inter è sempre viva, alla faccia di tutto e di tutti. La sorte ci è debitrice di un sorteggio non proibitivo (l’Ajax dello scorso anno poi trasformatosi in Liverpool), il 7 novembre ci aspettiamo gli arretrati.
La pratica Samp è stata risolta senza eccessivi patemi. Bello rivedere il Drago Stankovic a San Siro, ancor più bello vedere Bastoni e Barella ripetere con lo stesso risultato strepitoso l’azione del gol di Barcellona. Ha segnato anche Correa, il Tucu il problema non lo ha nei piedi ma nella testa, deve convincersi dei suoi mezzi e realizzare che la maglia dell’Inter comporta responsabilità. Tanti altri sono già caduti sotto questo peso, ragazzi di talento franati a Milano per l’incapacità di reggere la pressione (per i meno giovani Dalmat, più recentemente Gabigol e Joao Mario) per poi risorgere in altri lidi. Se riesce (finalmente) a superare questo blocco il giocatore c’è altrimenti arrivederci e buona fortuna.
La Curva ha confermato quel che già si sa da decenni, negli stadi italiani (quasi tutti, non solo a Milano) esistono zone franche dove regnano leggi diverse da quelle che valgono per i comuni mortali. Le società sanno e tacciono, l’importante è che lo stadio sia pieno, bello e coreografico. Finchè i club, Inter in primis, non si siederanno ad un tavolo per assumere provvedimenti comuni ed adeguati gli episodi si ripeteranno, le voci scandalizzate pure, l’ipocrisia continuerà a farla da padrone e tutto resterà com’è adesso.
Previsioni per la prossima settimana
A Monaco di Baviera si va in gita, birra e wurstel a gogò e un grazie di cuore a Xavi e compagnia catalana. Una bella occasione per mettere minuti ed esperienze preziose nelle gambe di chi gioca meno e dei più giovani. Nessuna squadra B intendiamoci, la Champions ed il Bayern meritano rispetto a prescindere dalle situazioni. Ma domenica si va a Torino, Lautaro e Bastoni sono diffidati, inutile andare a cercare rogne per niente.
La settimana prima di Juve Inter non è mai banale. Torneranno puntuali come le tasse le interviste a Ceccarini, i ricordi di Gigi Simoni, qualche parola di Orsato. Guardiamo avanti, l’Inter le sue stecche in questa stagione le ha già fatte, le altre continuano a correre, perdere altro terreno sarebbe letale. Lor signori giocheranno come sempre la partita della vita, ancor più incarogniti dal fatto che una eventuale sconfitta suonerebbe anche peggio della richiesta dei domiciliari del PM torinese. L’Inter allo Stadium di solito soffre di un non meglio identificato senso di impotenza che magari non gli impedisce come lo scorso anno ma che è opportuno buttarsi alle spalle una volta per tutte.
Lucida e cinica, servirà un’Inter così per dare un’altra lezione a lor signori.