Quanto successo in curva nord in occasione di Inter Sampdoria continua a far parlare. Dopo le varie testimonianze sugli atti di intimidazione più o meno gravi subite da chi si rifiutava di lasciare gli spalti dopo la notizia della uccisione del capo ultras Vittorio Boiocchi si susseguono le reazioni di tifosi eccellenti del club nerazzurro.
Sono di poco fa le parole di Beppe Severgnini, giornalista del Corriere della Sera che non risparmia nessuno.
“Imbarazzante la reticenza. Della società, che si è fatta viva due giorni dopo, condannando genericamente «qualsiasi episodio di coercizione»; dei giocatori, uno dei quali si è lasciato fotografare con Boiocchi (vogliamo sperare che non sapesse chi era); di molti commentatori, che si sono limitati a rilevare l’episodio; di un governo che si indigna per i rave a Modena e poi distoglie gli occhi da Milano. Qualcuno dirà: cose brutte accadono in molti stadi. Vero, purtroppo. Le infiltrazioni criminali nelle tifoserie della Juventus, del Milan, della Lazio, della Roma, del Napoli, del Palermo e di altre squadre hanno occupato, a turno, le cronache. Ma stavolta è accaduto a San Siro durante una partita dell’Inter. Tocca agli interisti farsi sentire. La cautela che si respira ha tre spiegazioni: paura, ignavia, rassegnazione.”
La paura di chi non denuncia per timore, l’ignavia di chi si gira dall’altra parte tanto tra due giorni si parlerà d’altro, la rassegnazione per una situazione comune a tanti stadi da decenni che non trova mai una soluzione.
“Dell’Inter ho scritto molto e, forse, parlato troppo. Ma è la squadra che amo: la considero una forma di allenamento alla vita, un virus dolcissimo che ho trasmesso a mio figlio e ai miei nipoti…. Adoro San Siro, ci torno appena posso. Ho perfino accettato, anni fa, di partecipare a un paio di feste della curva Nord nerazzurra, fuori dallo stadio. Quando mi hanno passato il microfono, ho provato a dire: ragazzi, una grande squadra deve avere grandi tifosi. Cercate di essere diversi: non fatevi trascinare, spaventare, espropriare, umiliare. Lo ripeto oggi”.