Onana, che aneddoto sull’arrivo all’Inter. Poi spiega il rapporto con Handa
Onana, nuovo portiere titolare dell’Inter dopo il suo arrivo in estate, ha rilasciato una lunghissima intervista a SportWeek, inserto del sabato della Gazzetta dello Sport. Il camerunense ha parlato di tantissimi argomenti. In primis un aneddoto sul suo arrivo in nerazzurro.
“Ero all’Ajax e un paio di anni fa Piero Ausilio si avvicina per la prima volta al mio agente: gli racconta le cose come stanno, senza giri di parole, come piace a me. E dal minuto 1, ancora prima di entrare nel cuore della trattativa, mi sono sentito il nerazzurro addosso. Ho iniziato a vedermi come portiere dell’Inter ogni giorno di più. Quando un club così pensa a te, come fai a dire no? Ne sei lusingato e felice. E adesso eccomi qua in una città magnifica, con una tifoseria in- credibile che inizia a volermi bene”.
Ma cosa rappresentava prima l’Inter? Non solo Eto’o.
«Troppo facile dire Samuel Eto’o, visto il legame che abbiamo. Ma non serve indossare questa ma- glia per conoscere l’Inter, visti i tanti campioni passati da qua. E i tanti grandi portieri interisti, da Toldo che era l’incubo di Franck De Boer, a Julio Cesar, uno dei miei preferiti. Pensate che è stato quasi il primo a sapere del mio trasferimento…».
Ma chi è stato il primo?
“Tutto era stato definito, ma non potevo dirlo a nessuno. Ero a pranzo a Barcellona, si avvicina al mio tavolo un ex interista, Houssine Kharja, e mi riempie di complimenti. Poi al telefono chiama il suo ex compagno e, davanti a me, gli dice: “Julio, sono con Onana, vedi che è fortissimo e magari un giorno sarà come te all’Inter!”. Me lo passa e Julio è subito gentilissimo, mi dice di continuare così, io lo ringrazio ma mi mordo la lingua: non potevo dirgli che Kharja, senza saperlo, ci aveva preso… Da quel momento in poi, ho riparlato spesso con Julio Cesar, scherzando su questo episodio: prima della partita al Camp Nou mi ha caricato, ma nello stesso tempo mi ha detto di stare sereno e godermi la serata. Parole speciali, che mi sono rimaste dentro”.
Onana racconta il suo rapporto con Handanovic
Onana titolare significa panchina per il capitano Samir Handanovic. Ma come sono i rapporti tra i due?
“Se qualcuno mi chiede “Samir è un tuo modello?”, io non posso che dire… “no”. Proprio per questa diversità tra noi. Ma aggiungo pure che lui è un campione, un gigante, altrimenti non sarebbe rimasto qui, a questo livello, per 11 anni: davanti ad Handanovic ci si può solo togliere il cappello. Appartiene a una scuola italiana che è diversa dalla mia: è bravissimo e sicuro tra i pali, mentre io mi sento un portiere moderno e “proattivo”. Uno che prende rischi, esce, accetta l’uno contro uno e gioca tanto con i piedi. Sono semplicemente modi diversi di intendere il ruolo e diversi insegnamenti a cui vieni abituato. All’inizio, ci guardavamo straniti in allenamento, e uno diceva all’altro: “Non fare così, stai sbagliando”. E l’altro rispondeva: “No, sbagli tu” (ride, ndr). Personalmente, mi sto misurando con allenamenti nuovi, che all’inizio neanche capivo, ma anche così posso crescere”.
E ora come stanno le cose tra i due?
“Parliamo molto più adesso di prima: Samir si sta comportando da vero capitano. È un leader riconosciuto e si vede in tante piccole cose: non deve pensare solo a me, ma a tanti aspetti quotidiani della squadra. Apprezzo il fatto che mi dia consigli, che si congratuli per una bella parata e mi corregga per un errore. E, poi, ricordiamoci di una cosa: l’Inter, intesa come istituzione, è qualcosa di molto più grande di me, di lui e di qualunque altro. Noi tutti abbiamo il dovere di difendere e onorare questa maglia, ma siamo solo di passaggio, mentre il club e il popolo interista resterà. Questo soltanto conta”.