Onana questa mattina ha rilasciato una lunghissima intervista sulle colonne di Sport Week, inserto della Gazzetta dello Sport in edicola ogni sabato (questa la prima parte). Nella seconda parte ha raccontato del suo esordio, avvenuto in Champions League contro il Bayern Monaco. E’ stato un bene disputare la prima da titolare contro un colosso del genere?
“Non puoi dirlo prima: se il Bayern te ne fa 5 forse non è il massimo come debutto… Nel 2017 ho perso con l’Ajax la finale di Europa League con lo United, non perché fossimo più scarsi di loro, ma perché avevamo paura. Il giorno dopo quel match chiamai mia madre e le dissi: “Non voglio più avere paura su un campo di calcio, anche se mi capiterà di giocare con Barça e Real insie- me”. Se perdo non deve essere più perché ho tremato, perché ho abbassato lo sguardo, ma perché il rivale mi è stato superiore. È diventata una regola di vita. In generale, io mi alleno e vivo per serate così: mi esalta affrontare rivali grandi come il Bayern e alla fine è andata abbastanza bene, anche se non sarò mai felice per una sconfitta”.
I compagni in campo sono felici di questo cambio di titolarità in porta?
“Posso dire che la squadra si sta davvero abituando al mio stile. Adesso, se su un cross non esco, Skriniar mi guarda male e Dumfries mi urla “Onaaaaa!”. Io rispondo che non posso uscire sempre, sempre, sempre, ma il fatto che loro facciano così mi rende felice. Significa che si fidano, che ci capiamo, che vogliono che rischi. Poi a me piacciono le partite che diventano battaglie difensive: niente può esaltarmi di più di una sfida come quella che abbiamo giocato tutti insieme al Camp Nou. Guardavo la squadra da dietro ed era uno spettacolo: compatta, corta, unita. Si muoveva come una cosa sola e pazienza se i miei ex compagni in Catalogna ci hanno accusato di difensivismo. Quando poi vedo Skriniar andare sull’uomo con quella cattiveria e urlarmi in faccia la sua carica, penso: “Che guerriero! Con questo ci andrei in battaglia sempre!”. Ma tutti i nostri difensori, così alti e grossi e duri, mi fanno sentire protetto. Anche se so che abbiamo preso troppi gol finora….”.
In questa stagione poi si è visto un Onana anche regista, come in Barcellona Inter, in cui il portiere ha avuto grossi meriti sulla rete di Robin Gosens.
«No, è di tutta l’Inter che è una squadra davvero di alta, altissima qualità: dobbiamo solo essere consapevoli di quanto siamo forti e in Champions potremo essere molto pericolosi, credetemi… Quella volta ho lanciato perché ho visto Lautaro fare un movimento con la mano, come un segnale, poi il resto è una sua giocata fenomenale e una conclusione perfetta di Robin. Ma questa Inter è piena di giocatori tecnici…».
Chi sono i migliori giocatori di questa Inter?
“Dovrei citare tutta la squadra, ma avete visto come crossa Di- marco? O come lancia Calha? E poi la prima volta che ho visto Barella, sono andato da Romelu e gli ho detto: “Oh, ma questo è un mostro…”. Vedo i centrocampisti andare in pressing su di lui e so già che in qualche modo si libererà”.
Ma quanto manca Lukaku?
“Tanto, ma quando tornerà farà come sempre il massimo. E, tra l’altro, il popolo interista lo adora. Ma lo adora davvero. Quando ha iniziato a riscaldarsi col Plzen a San Siro, ho sentito un “ohhhh” incredibile e mi tremava la terra sotto ai piedi: mai vista una manifestazione d’amore così, mai vista una tifoseria così appassionata. Ma sapete, però, chi è dav-vero il più grande campione dell’Inter?”.
Ma chi è il più grande campione della sqaudra?
“Alex Cordaz, la persona più positiva che io abbia mai in- contrato, un essere umano meraviglioso. Vai ad Appiano tri- ste per i fatti tuoi, lo vedi in faccia e ti cambia l’umore. Se lui c’è o non c’è, fa tutta la differenza del mondo, non solo per me ma per tutti i miei compagni. Non è uno scherzo, ma grazie a Cordaz anche Barella va più veloce. Glielo ripeto ogni giorno: “Alex, è un onore allenarmi al tuo fianco”.