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Indagini Juventus, una svolta epocale per il calcio italiano, purchè senza tarallucci

Le indiscrezioni sulle indagini della Procura torinese sui bilanci della Juventus continuano ad arrivare goccia dopo goccia. Nelle piazze, quelle reali e quelle virtuali, il dibattito è infuocato, le sentenze sono già  emesse. La logica del tifo non ammette mezze misure, le due barricate parlano di nuova Calciopoli o di ennesima aggressione alla società più vincente di sempre in Italia visto che “così fan tutti”.

Le proposte di Panorama

Ci sono poi addetti ai lavori che escono dalla logica dello scontro per disegnare uno scenario di soluzioni possibili. E’ il caso di  Giovanni Capuano che su Panorama propone tre azioni concrete per mettere almeno una toppa, “un piano Marshall straordinario” come lui stesso lo definisce.

  • Liberare il calcio dalla burocrazia garantendo alle società la possibilità di fare impresa, stimolare gli investimenti, progettare e realizzare stadi moderni in un’ottica di business sostenibile. Nessuno può più pensare di chiedere ai club di spendere miliardi in infrastrutture senza poter realizzare anche qualcosa che renda l’investimento vantaggioso.
  • Calciatori non più dipendenti dei club ma liberi professionisti, strada necessaria anche secondo Beppe Marotta per abbattere i costi in maniera veloce ed in misura interessante. In  mancanza di un salary cup europeo il talento sarà la discriminante per garantire guadagni importanti ai migliori.
  • L’aiuto del Governo all’unica azienda che non ha ricevuto né in epoca Covid né successivamente. Nel 2109, prima della pandemia, il calcio aveva versato all’erario quasi 1,5 miliardi di euro, oggi occorre ascoltare le voci di chi chiede uno slittamento sulle imposte arretrate da versare o un pur minimo ritorno sulle enormi cifre che girano sulle scommesse sportive.

    Una riforma obbligatoria

    Il tutto vincolato ad una riforma non più eludibile, quella di “togliere la Lega Serie A dal controllo dei presidenti, obbligarla a strutturarsi con una governance esterna di professionisti strapagati ma con pieni poteri, in puro stile americano. Non piace ai padroni delle società? Niente soldi. Ma se passa è una svolta epocale e se si salva e cresce  la serie A si salva e cresce tutto il calcio italiano”.

    Tutto condivisibile salvo la premessa di partenza di Capuano. Lo tsunami attuale riguarda la Juventus non il calcio tricolore nella sua complessità. La Juventus, per quanto importante, non è il calcio italiano,  generalizzare è un modo molto italiano per aprire la strada a tarallucci e vino.