Le indiscrezioni sulle indagini della Procura torinese sui bilanci della Juventus continuano ad arrivare goccia dopo goccia. Nelle piazze, quelle reali e quelle virtuali, il dibattito è infuocato, le sentenze sono già emesse. La logica del tifo non ammette mezze misure, le due barricate parlano di nuova Calciopoli o di ennesima aggressione alla società più vincente di sempre in Italia visto che “così fan tutti”.
Ci sono poi addetti ai lavori che escono dalla logica dello scontro per disegnare uno scenario di soluzioni possibili. E’ il caso di Giovanni Capuano che su Panorama propone tre azioni concrete per mettere almeno una toppa, “un piano Marshall straordinario” come lui stesso lo definisce.
Il tutto vincolato ad una riforma non più eludibile, quella di “togliere la Lega Serie A dal controllo dei presidenti, obbligarla a strutturarsi con una governance esterna di professionisti strapagati ma con pieni poteri, in puro stile americano. Non piace ai padroni delle società? Niente soldi. Ma se passa è una svolta epocale e se si salva e cresce la serie A si salva e cresce tutto il calcio italiano”.
Tutto condivisibile salvo la premessa di partenza di Capuano. Lo tsunami attuale riguarda la Juventus non il calcio tricolore nella sua complessità. La Juventus, per quanto importante, non è il calcio italiano, generalizzare è un modo molto italiano per aprire la strada a tarallucci e vino.