Inter – Mkhitaryan. Le opportunità nascono all’improvviso. Quando meno te l’aspetti, eccole lì, pronte per essere colte. Inzaghi l’ha compreso bene, ed ha fatto prima della necessità una solida virtù, poi ci ha ricamato sopra il suo stile. Per nulla scontato, mai banale, sempre innovativo.
Il camaleonte. Inzaghi ha camaleontinizzato Mkhitaryan, ed il campione armeno è diventato più di un semplice rincalzo di Calhanoglu. L’infortunio di Brozovic lo aveva trasformato in titolare inamovibile della mediana, i campionati del mondo del Qatar hanno ulteriormente raffinato e rifinito le modalità di impiego dell’esperto centrocampista.
Quale futuro. Complici i pochi allenamenti del neo campeon mundial Lautaro Martinez, l’infortunio di Correa non ancora smaltito, la condizione di un Lukaku non ancora al top, ecco che per Mkhitaryan si aprono nuovi orizzonti.
Verso il 3-5-1-1. L’idea di Inzaghi è quella di affiancarlo a Dzeko. Un modo per scardinare le resistenze del Napoli tutto cuore e grinta di Spalletti, un ventaglio di nuove soluzioni tattiche per la fase di possesso nerazzurra. Il merito? Di Mkhitaryan, naturalmente. Centrocampista, rifinitore, regista, seconda punta all’occorrenza. Ma anche, e soprattutto, l’oro di Inzaghi.