Skriniar, il PSG bussa ancora: Zhang mettici un punto
In casa Inter tiene banco il rinnovo di Skriniar. Il giocatore, da sempre vicino alla causa nerazzurra e desideroso di sposare un progetto a lungo termine con il club che lo ha fatto diventare uno dei centrali più forti in circolazione, è però ancora e da troppo tempo nelle mire del Paris Saint Germain.
La squadra francese, infatti, dopo aver provato a portare lo slovacco sotto la Torre Eiffel in estate, non molla il colpo. E a questo punto anche Skriniar qualche cedimento alle lusinghe dei transalpini lo sta mostrando. Se non altro perché, da quello che dice Ausilio, a decidere è il giocatore, segno che lo stesso sta riflettendo.
Il concetto è semplice: ti offrono tanti soldi, un contratto irrinunciabile, vai a giocare con Messi e Mbappe, è normale vacillare. Non ci meraviglieremmo se Skriniar accettasse seduta stante l’offerta dello sceicco. Posto che le bandiere non esistono e che, al giorno d’oggi, è impensabile per un giocatore di valore concludere la carriera là dove è diventato grande. Insomma, al netto del dispiacere per l’impoverimento tecnico, capiremmo.
Sono noti, più o meno dal periodo delle Guerre Puniche, le difficoltà economiche di Suning, lo stallo sul mercato per alcuni movimenti in entrata non conclusi (vedasi mancato ingaggio di Julian Alvarez, ora alla corte di Guardiola e confermatosi fenomeno ai mondiali, che non è giunto in nerazzurro perché l’Inter non è riuscita a pagare la clausola da 20 milioni!) e l’atavica e mai sazia fame di fare cassa.
Queste cose le capiamo, perché si tratta semplicemente di saper fare di conto. Ciò che sfugge alla nostra logica è l’ipotesi trapelata di una eventuale cessione di Skriniar a gennaio. Che senso avrebbe tutto ciò? Se cessione doveva essere, meglio che la stessa si fosse concretizzata in estate. Almeno avresti potuto programmare la stagione in un certo modo, concentrandoti su un altro giocatore. Magari prendevi Bremer davvero, perché a quel punto avevi i soldi e ti avanzava anche il resto.
Invece, vendendo Skriniar ora, l’unico effetto collaterale, per una sua uscita di scena anticipata dalla Pinetina, sarebbe quello di indebolire una squadra che da qui a breve inizierà la seconda fase della Champions ed è chiamata alla rimonta in campionato. Rafforzando, al tempo stesso, una rivale in Europa e favorendo le concorrenti verso il tricolore. Perché a questo punto della stagione, diciamolo, difensori di un certo calibro in giro, desiderosi di cambiare casacca, non ce n’è granché.
Se cessione doveva essere, il tempo giusto era l’estate. Ora siamo fuori tempo massimo e rischieremmo di sconquassare una squadra che, con questo assetto e qualche importante variazione al canovaccio, ha passato un girone infernale di Champions – nel quale tutti ci davano per spacciati – e ha trovato una sua dimensione internazionale. Tra l’altro a breve arriverà il Napoli: serve tranquillità, bisogna avere certezze, per il presente e per il futuro. Ora per domani.
Purtroppo viviamo sospesi, con uno sguardo ai conti e un altro al mercato, che non possiamo fare in entrata e, in certi reparti, non dovremmo farlo in uscita. Sarebbe il caso di prendere delle decisioni. E di farlo in fretta. Non vorremmo mai, il prossimo anno, trovarci in simili angusti spazi di manovra. Sarebbe il tempo di darci un taglio. Definitivo. È l’ora di bandire il pot-pourri di virgole, puntini sospensivi e punti e virgola. Zhang, stop allo stillicidio e una volta per tutte mettici un punto.