Editoriale

La battuta di Zhang, c’è poco da ridere, Prisco docet

Premessa: Steven Zhang ieri festeggiava il suo compleanno, è il Presidente dell’Inter. Tanto basta per rivolgergli tutti gli auguri più sentiti.

Natale è vicino, la festa per lui era doppia. Ci sta tutto, allegria,  voglia di divertirsi, uno spumantino in più, ilarità a fiumi.

Tutto ha un limite però, specialmente quando sei proprietario e massimo responsabile dell’Inter. La battuta sui 5 euro da lasciare all’uscita per il mercato di Piero Ausilio non è roba da Inter, neanche per Natale, neanche se sei il Presidente.

C’era davvero bisogno di mettere alla berlina sé stesso ed il club per ravvivare la serata?

Ci sono contesti e  sensibilità da rispettare sempre e comunque quando rappresenti l’Inter. Se Zhang non lo ha capito il problema non è più solo di natura personale, sconfina nel mondo di tutti il mondo nerazzurro. Come e forse più della situazione economica di Suning.

Si è solo lasciato scappare una battuta infelice? Poco importa a questo punto, inutile stare a pensarci su.

Giova invece ripensare a Peppino Prisco.  Nella sua visione del mondo a tinte nerazzurre non c’era spazio per debolezze o autoflagellazioni, neanche nella sua sconfinata ironia. Si sorride degli altri, mai dell’Inter, perché l’Inter è troppo importante per farla diventare oggetto di scherno.