Inter, una sola parola d’ordine per il 2023
Risparmiamoci il pippone di fine anno 2022, i trofei vinti, lo scudetto regalato. Guardiamo al futuro.
Fra 5 giorni il campionato dell’Inter potrebbe riaccendersi o concludersi definitivamente.
Riaccendersi potrebbe sembrare un parolone, a meno 8 si congela lo stesso. Tutte le frasi fatte sulla speranza sono ben accette.
Concludersi invece è pragmatismo allo stato puro. Una condanna a 6 mesi da incubo dedicati solo a notizie farlocche di mercato da impastare con il rosario di contraddizioni sul nuovo stadio, con chi arriva al posto di Inzaghi, Marotta va o resta. Nel frattempo dalla Cina continueranno ad arrivare solo notizie sulla pandemia (ogni riferimento a Suning è puramente voluto).
Il 2023 stanotte busserà alle porte degli interisti offrendo due sole certezze: un ottavo di Champions che conta meno di un trofeo ma porta più soldi e la mannaia delle plusvalenze da realizzare.
Il fascino della speranza contro la fredda ragione dei numeri. Chi visse sperando sappiamo come finì ma morire di plusvalenze è sicuramente meno nobile. Poi c’è chi come Cristiano Ronaldo non ha bisogno di sperare, lui guarda solo i numeri e gli danno sempre 1 miliardo di ragioni. Beato lui? Forse, di certo il calcio non ha più bisogno di storie come questa.
Speranza deve essere dunque la parola d’ordine di stanotte.
Speranza per il mondo, per i nostri figli, per noi.
Speranza che mente e cuore degli uomini sappiano tornare a fare le cose giuste, abbandonare quelle ingiuste e soprattutto sappiano distinguere le une dalle altre.
E speranza anche per l’Inter, ovviamente.
Buon anno a tutti voi, a tutti noi.
Amala