Lautaro è tornato a Milano da Campione del Mondo e dopo aver vinto praticamente tutto con l’Argentina vuole riaffermarsi anche in maglia nerazzurra.
Mercoledì a Milano ci sarà il big match contro il Napoli capolista lanciatissimo in vetta alla classifica. La partita di fatto è una “finale”, in quanto se l’Inter non riuscirà a portare a casa i tre punti potrà quasi sicuramente dire addio a ogni velleità di rimonta.
Sul sito ufficiale Inter.it, Lautaro Martinez è intervenuto in una lunga conferenza stampa nel centro sportivo Suning di Appiano Gentile. Qui sono riportate le domande che hanno visto il Toro raccontare il suo Mondiale e come si sente ora che deve riprendere il cammino con l’Inter. All’argentino come prima cosa sono state chieste le sue sensazioni al rigore messo a segno da Montiel in finale, gol che è valso il titolo. Per lui sono state emozioni uniche, da bambino ha sempre immaginato quel momento ma non pensava fosse così bello. Sicuramente quello era il sogno più grande a livello calcistico. Giocare per il proprio Paese è bello ed è bello come è arrivato il titolo.
Ripensando al Mondiale dice che all’Inter porta in eredità l’aver imparato ulteriormente quanto sia importante la forza del gruppo. Forza ed emozioni che ha vissuto anche al suo ritorno a Bahia Blanca per festeggiare il titolo. Il Toro ha raccontato che quella è un’emozione difficile da spiegare è stata un’emozione per tutti anche per la sua famiglia. A Buenos Aires è stata una vera Locura.
Lautaro rientra a Milano e in conferenza racconta la sua esperienza in Qatar e cosa porta in nerazzurro ora.
Sul Mondiale gli è stato chiesto quali sono stati i tre momenti più belli. A sorpresa risponde che il primo è stato la sconfitta all’esordio contro l’Arabia. Quel risultato inaspettato è stato utile perché poi tutti i giocatori hanno parlato molto tra di loro ricompattando il gruppo. Il secondo momento più bello è stata la vittoria sull’Olanda e il terso il rigore di Montiel.
Non c’è mai stato un Mondiale in questo momento dell’anno: cosa cambia per il fisico di un giocatore?
“Sicuramente ti dà più forza perché siamo a metà stagione, è come se si giocasse il campionato. Può essere stancante dal punto di vista mentale più che fisico, soprattutto perché quello che abbiamo vissuto è stato molto forte, anche per come sono state combattute le partite”.
Hai vinto Scudetto, Copa America, Supercoppa e Coppa Italia: come si coltiva la fame di vittorie? “Lavorando, io ho amore e passione per questo sport ed entro sempre in campo per vincere, anche in allenamento. Il Mondiale è il massimo per un giocatore, ma dobbiamo qualificarci anche per il prossimo e provare a vincerlo. Tutti i giocatori vogliono vincere ogni anno tutti i trofei a cui partecipano: io sono uno di quelli“.
Aver vinto il Mondiale e raggiunto un nuovo stadio della tua carriera può renderti un calciatore migliore?
“Abbiamo affrontato momenti difficili sia con l’Inter sia con l’Argentina. Quando non segno cerco di dare una mano alla squadra in altro modo. Io do il 100% ogni partita, ma sono umano come tutti e non sempre mi riesce tutto. Da un mese prima del mondiale avevo la caviglia a pezzi e ci sono arrivato non al mio livello. Nessuno però può dirmi di non dare il massimo: io do sempre tutto per l’Inter, per lo staff, il mister, i compagni e i tifosi“.
Com’è dal punto di vista mentale passare in due settimane dalle emozioni del Mondiale al campionato? “Può essere difficile, ma ho già festeggiato. Adesso da quando sono tornato ho ricominciato a pensare all’Inter, al match con il Napoli e a lavorare con i compagni“.
Dagli auguri di Inzaghi alle parole dolci per l’Italia.
Come hai vissuto il tuo ruolo nell’Argentina? Nell’Inter sei più protagonista? “
Sono pronto a tutto, in Nazionale gioco con il migliore del mondo. Tutti sappiamo cosa può fare in ogni partita, è giusto così. Nell’Inter cerco di fare il meglio con tutti i miei compagni d’attacco, mi preparo ogni allenamento per poi giocare nel migliore dei modi in partita“.
Cosa ti ha detto Inzaghi quando hai vinto e quando poi sei tornato? Come ti ha cambiato il Mondiale come uomo?
“Ho cominciato giocando, poi al mondiale devi essere al 100% della condizione ma io non riuscivo ad allenarmi. Ho sempre imparato da queste situazioni, sono molto contento di quello che ho vissuto. Una volta tornato qui il mister mi ha fatto complimenti, i miei compagni mi hanno scritto e ora sono qui con loro a lottare per i nostri obiettivi“.
Pensi che se ci fosse stata l’Italia avrebbe potuto competere con l’Argentina? “Ho ricevuto tanti messaggi di argentini in Italia, siamo molto vicini. È bello che fossero in tanti con noi, perché l’Italia da due Mondiali di fila non partecipa. Quest’anno lo meritava: adesso si deve preparare, perché ha tanti giovani forti e di talento. Spero che l’Italia ci sarà al prossimo Mondiale“.