Inter, Sacchi dimentica qualcosa, Herrera e Mourinho sorridono
Intervistato dal Corriere della Sera, Arrigo Sacchi torna a parlare di Inter. I suoi giudizi sui nerazzurri sono taglienti.
“A Milano e a Torino c’è una mentalità vincente. A Milano più nel Milan che nell’Inter, che pratica un calcio tattico, con una prevalenza del non gioco, dove si confida nel singolo o nel contropiede… I padri fondatori di questo sport lo avevano pensato come uno sport offensivo, ma in Italia si è trasformato in individuale e difensivo. Questo ci ha permesso di vincere qualcosa, ma mai pensando di essere i più bravi”.
Come la pensa Sacchi sull’Inter ormai è risaputo e non scandalizza più nessuno. La sua esperienza ed il suo passato meritano enorme rispetto anche se temiamo che la sua lunga militanza rossonera abbia un qualche influsso su questi giudizi.
Dopo di che sostenere che con un certo tipo di calcio l’Inter abbia “vinto qualcosa” fa sinceramente sorridere. Helenio Herrera prima e Josè Mourinho poi hanno dominato il mondo con i nerazzurri proprio con quel tipo di calcio che lui disprezza in maniera così evidente.
Sacchi lo dimentica o fa finta di dimenticarlo? Poco importa.
Per quanto ci riguarda sottoscriviamo il giudizio di Maurizio Pistocchi di qualche tempo fa. “Sacchi non è stato un rivoluzionario, ha sviluppato idee di calcio che erano già state portate da altri, come l’Olanda e l’Argentina. Lui ha cambiato la mentalità del giocatore italiano, facendolo correre in avanti e non indietro. Anche Sarri è un rielaboratore.”
Ecco, Sacchi e Sarri da una parte, Herrera e Mourinho dall’altra. Per gli interisti tirare le conclusioni è quasi banale.