San Siro è diventato tema molto spinoso e sta creando spaccature anche a livello istituzionale.
Ogni giorno la querelle sull’abbattimento del vecchio impianto per farvi sorgere un nuovo stadio si arricchisce di un nuovo elemento. Oggi è intervenuto a gamba tesissima il Presidente del Senato Ignazio La Russa.
Intervistato dal Corriere della Sera non si è tirato indietro nel dire la sua sul tema che sta creando diversi dissapori tra comune e governo, con le due società che sono in pratica bloccate sul da farsi dalla burocrazia.
A sorpresa la seconda carica dello Stato ha dichiarato che “Il governo non intende porre alcun vincolo su San Siro“. A confermargli questa posizione è stato lo stesso Ministro della Cultura Sangiuliano “a cui solo spetta la potestà di decidere” ha aggiunto in merito al vincolo. La decisione, non essendoci la “minaccia ” del vicnolo spetterebbe così al Comune.
Smentita dunque la posizione che da settimane vede il Sottosegretario della Cultura Vittorio Sgarbi, per il quale il vincolo contro l’abbattimento del vecchio Giuseppe Meazza sarebbe addirittura automatico. A tal proposito, alla precisa domanda sul fatto che Sgarbi abbia dichiarato che gli sono state conferite le deleghe per poter decidere se apporre il vincolo su San Siro, La Russa ha risposto: “Sgarbi non ha questa delega né credo abbia mai vantato di averla. Se lo avesse fatto avrebbe sbagliato. Per carità, tutti possono esprimere la propria opinione e pur essendo molto amico di Vittorio – ha continuato il Presidente del Senato – debbo dire con chiarezza che non ha alcuna voce in capitolo sullo stadio.”
Parole nette e chiarissime quelle di La Russa, che riporterebbero il pallino del gioco in mano al Comune che, libero dal vincolo, potrebbe continuare l’iter iniziato ormai anni fa. La Russa ha anche sottolineato come il ministro Sangiuliano voglia che la decisione sia presa dal Comune di Milano. La seconda carica dello stadio redarguisce anche Palazzo Marino nel non nascondersi dietro un dito e prendere la decisione in fretta.
Per La Russa il governo sarebbe compatto su questa posizione e l’unica voce fuori dal coro è quella di Sgarbi, che però come detto, non avrebbe nessun potere decisionale. Per lui ora il Comune ha tre strade davanti a sé. La prima sarebbe costruire un nuovo stadio previa l’abbattimento del Meazza. Il secondo è mantenere intatto San Siro senza nuovo stadio, la terza sarebbe mantenere San Siro e costruire accanto un nuovo impianto. Questa terza sarebbe la soluzione che lui ritiene ideale in quanto eviterebbe un danno ambientale causato dalla demolizione e sarebbe favorevole anche per i club. Ognuno avrebbe il suo stadio come succede ovunque in Europa, ma anche in Argentina. “Due stadi possono convivere a poche decine di metri. È la mia opinione e l’ho espressa.”
Ora dunque toccherebbe esclusivamente al Comune decidere (qui la posizione di Giuseppe Sala). Inter e Milan continuano a restare in attesa che qualcuno decida il da farsi.