Dzeko – Lautaro e l’Inter ringrazia. Il cigno di Sarajevo sforna assist con classe innata, El Toro di Bahia Blanca incorna due volte col cinismo che appartiene ai grandi attaccanti. Inzaghi se li coccola e gongola. Un successo prezioso per la corsa alla Champions League ottenuto con qualche patema di troppo.
La buona Cremonese di Ballardini- tanto impegno ma poca concretezza – è tutta nel gol d’antologia di Okereke – brividi lungo la schiena del popolo nerazzurro – e nelle parate miracolose di Carnesecchi. Il tecnico ravennate avrà molto da lavorare per ricostruire un gruppo che non sembra aver ancora smaltito del tutto le tossine Alviniane.
Nel mezzo un’Inter che vince meritatamente ma che, almeno nella prestazione, non convince appieno. Le pericolose amnesie palesate contro l’ultima in classifica, a cui è mancata qualità per impensierire realmente Onana, devono far riflettere in vista del doppio impegno di Coppa Italia e campionato contro Atalanta e Milan.
Qualche elemento della rosa – Dimarco e Calhanoglu su tutti – è parso stanco ed avrebbe bisogno di rifiatare. Altri come Darmian non tradiscono mai. E non c’entra la posizione in cui giocano, Darmian andrebbe clonato. È garanzia di affidabilità e tanto basta per sopperire all’assenza di Skriniar, squalificato sì, ma con la mente agli Champs-Élysées.
TOP
Lautaro. E chi sennò? Due reti fondamentali per punti in classifica e morale della squadra. La partita si era messa male, l’Inter la ribalta grazie al suo gioiello. Due gol da vero rapace d’area.
Dzeko. Quando non segna è talmente altruista da far segnare i compagni. Per lui al primo posto c’è sempre il bene della squadra. Un gigante.
Darmian. Jolly prezioso, uomo spogliatoio, atleta esemplare. Esterno, difensore aggiunto, cambia poco. Se Inzaghi decidesse di schierarlo in porta, siamo certi che compirebbe miracoli in serie.
FLOP
Calhanoglu. È stanco, la sua regìa é opaca e a risentirne è l’intera fase di possesso nerazzurra. Un’attenuante ce l’ha: ha giocato sempre. Il rientro di Brozovic sarà fondamentale per farlo rifiatare qualche volta.
Dimarco. Corre col freno a mano tirato. Non il solito cavallo pronto a scorrazzare lungo e in largo sulla corsia mancina. Così come Calhanoglu, anche lui ha giocato praticamente sempre.