L’Inter vola a Lisbona per giocarsi la semifinale di Champions League. Obbiettivo insperato l’estate scorsa, quando il sorteggio di Nyon mise i nerazzurri insieme a Bayern e Barcellona.
Per passare quel turno infernale e poi per sbarazzarsi del Porto negli ottavi, i nerazzurri hanno giocato partite di straordinaria intensità. La qualità non era migliore degli avversari ma Inzaghi è stato bravo a costruire in quelle occasioni una squadra con un elemento in più: una compattezza straordinaria, che ha vacillato solo negli ultimi tre minuti del Dragao.
Quella compattezza che l’Inter non riesce a mettere in campo in campionato. I motivi possono essere diversi, ne abbiamo parlato più di una volata anche su questa pagina. Ma tant’è, adesso si tratta di mettere da parte le ipotesi e ritrovare quell’unità di intenti che può permettere ai ragazzi di Inzaghi di sognare.
Ne parla oggi la Gazzetta dello Sport.
“Una compattezza tattica, ovviamente, con i reparti che si aiutano, i giocatori che riscoprono il gusto della difesa di squadra, un attacco che fa male agli avversari. E anche una compattezza dell’ambiente, in cui tutti remano dalla stessa parte, in cui i dirigenti stanno vicino all’allenatore e ai calciatori. Il Benfica è un’avversaria decisamente forte: di sicuro l’Inter non lo sottovaluterà, ma si percepisce una strana euforia fuori da Appiano Gentile. Come se i nerazzurri fossero favoriti. Non è così, servirà una grande impresa nonostante anche il Benfica, dopo una splendida stagione, stia accusando il primo momento difficile. E l’impresa arriverà solo se in campo e fuori ci sarà compattezza.”