Benfica-Inter, da Jair a Vieri: ecco come si segna alle Aquile di Lisbona
Benfica-Inter è una sfida che riporta alla mente partite epiche.
Su tutte non può che esserci la finale di Coppa dei Campioni del 1965. Era la Grande Inter che bissò il successo dell’anno precedente contro il Real Madrid. Si giocò a Milano ed eroe della partita fu il brasiliano Jair autore dell’ 1 a 0 finale. Proprio l’ex ala nerazzurra ha parlato oggi a La Gazzetta dello Sport di quella che è di fatto la “sua sfida”. Il campione brasiliano ricorda la combinazione che lo portò al gol. Una squadra ricchissima di qualità quella del Mago Herrera con Mazzola, Peirò, Suarez e Corso. Ma anche il Benfica non scherzava con giocatori dal calibro di Simões e del grandissimo Eusebio.
Benfica-Inter, nerazzurri vittoriosi nel 1965 e nel 2004. Jair portò la seconda Coppa dei Campioni, mentre Bobo, il Chino e Oba Oba firmarono un 4-3 da Pazza Inter.
Le due squadre dalla sera del 27 maggio 1965 si rincontrarono in Coppa dei Campioni solo 39 anni dopo, nel 2004. Era l’Inter di Alberto Zaccheroni e il doppio scontro valeva l’accesso ai quarti della competizione. Allora come oggi l’andata si giocava a Lisbona. Partita che terminò senza reti. Il ritorno di due settimane dopo si chiuse con uno spettacolare 4-3 per i nerazzurri che staccarono il biglietto per quarti. Al vantaggio lusitano firmato Nuno Gomez, arrivò il pareggio di Obafemi Martins. Furono poi le reti del Chino Recoba e Bobo Vieri a portare il risultato sul momentaneo 3-1. Partita che però fu subito riaperta dalla seconda rete di Nuno Gomes, al quale rispose di nuovo Oba Oba Martins. A dieci minuti dalla fine fu Tiago a chiudere le marcature.
Ruolino in Coppa dunque che vede i nerazzurri in vantaggio con due vittorie, entrambe a San Siro, e un pareggio senza reti al Da Luz.
Precedenti che hanno visto sempre gli attaccanti nerazzurri dire la loro a suon di gol. Sarà sulle orme di Jair, Recoba, Vieri e Martins che le punte dell’Inter dovranno ritrovare la via della rete e infrangere quella che sembra essere una vera maledizione. Si può fare.