Inter, è stato uno dei campioni del triplete, ma in casa nerazzurra ha lasciato ricordi contrastanti. Stiamo parlando di Mario Balotelli, che da promettente stella nascente del calcio mondiale ha vissuto una carriera non all’altezza di ciò che poteva essere.
Ospite del podcast “Muschio Selvaggio” dei Fedez, l’attaccante è tornato a parlare dell’Inter con toni a dir poco sorprendenti.
Mario ha raccontato dei suoi inizi in nerazzurro. Ammette di non ricordare proprio il primo giorno, ma che giocava con la Primavera pur allenandosi in prima squadra. Gli è stato chiesto se abbia subito del bullismo in quegli anni. Ritiene che non si sia trattato di bullismo, ma c’era un rispetto che veniva dato ai più anziani. Era l’Inter di Ibrahimovic e Materazzi, gente con cui bisogna star zitti e imparare. Confessa che Materazzi fu un giocatore che lo ha sempre aiutato.
Di Materazzi parla anche ricordando il litigio dopo Inter-Barcellona, semifinale di andata di Champions League che i nerazzurri vinsero per 3-1. Balotelli racconta che Materazzi lo ha inseguito negli spogliatoi. Ricorda che lui entrò a partita in corso giocando anche abbastanza bene, ma che dopo un palla sbagliata tutto lo San Siro iniziò a fischiarlo. Aveva solo 18 anni e non la prese per niente bene. Ammette che fu un suo errore, ma dice che amava l’inter con tutto il cuore e quei fischi non l’aveva presi bene, rimanendoci male.
Inter, Mario Balotelli si racconta. Ricorda i rapporti con Materazzi e Mourinho. Oggi dice di amarla e che deve tutto ai nerazzurri e a Moratti.
Poi a fine partita il gesto che segnò la rottura. Lui ricorda che ha fine match si tolse la maglia e la buttò per terra. A detta sua non fu un gesto contro l’Inter, ma contro quel pubblico che aveva avuto, secondo lui, una reazione esagerata. A quel gesto Materazzi lo rincorse negli spogliatoi e litigarono, ma non lo ha menato, come più volte è stato detto. “Ho capito che era una reazione da fratello maggiore. Ha detto una bugia”.
Oggi ritiene che all’Inter deve tantissimo: “l’ho amata e la amo tutt’ora. Poi, nel cuore sono milanista, ma all’Inter devo tanto della mia carriera. A Moratti devo tutto.”
Racconta anche del calcione di Totti nella finale di Coppa Italia. Per Balotelli il capitano giallorosso era nervoso per non esser stato schierato dall’inizio. Sarebbe stato un eccesso di nervosismo dunque. Dice che a fine partita sia andato a chiedergli perché gli abbia tirato quel calcio e Totti abbia risposto di non averlo neanche preso bene. Ora si vogliono bene e Balotelli dice che Totti è la storia del calcio italiano, ma che se quel calcio glielo avesse tirato lui sarebbe almeno finito in prigione.
Infine racconta la sua esperienza con Mourinho. Un allenatore unico che ti carica tirando fuori il meglio di te, a volte anche il peggio. Ti fa arrabbiare per reagire, ti porta a spaccare tutto per mettere fuori tutta l’adrenalina. È quello che vuole.