Vanno capiti, vivono tempi amari tra sentenze, ribaltoni di amministratori, possibili retrocessioni/sanzioni, l’Uefa di Ceferin che aspetta solo la giustizia sportiva italiana (forse) per la mazzata finale.
Un ambiente pieno di incertezze quello juventino, il domani non è sicuro per nessuno, dirigenza, giocatori, tanto meno per un allenatore con un contratto principesco, una rosa stratosferica e risultati (soprattutto in Champions) degni di Oronzo Canà.
Già con il Napoli Allegri aveva perso le staffe deridendo l’arrivo del tricolore sotto il Vesuvio. Spalletti da uomo intelligente ha capito ed ha spento le ire del collega con un sorriso di compatimento che ferisce più di qualsiasi parola.
Quanto successo nello spogliatoio di San Siro, se vero, supererebbe ogni limite di decenza.
Tutti i media hanno riportato le sue offese alla dirigenza nerazzurra senza che nessuna smentita sia arrivata alle redazioni per il momento. Già questo spiega molto.
“Siete delle m**** avrebbe detto Allegri. Parole che parlano di chi le proferisce più di chi le subisce.
“Arriverete sesti”. Possibile, in tempi non lontani l’Inter era abituata a piazzamenti del genere.
Le “m****”, se arriveranno seste, lo faranno comunque a testa alta, senza dover comparire per l’ennesima volta di fronte a tribunali, giudici e corti di ogni tipo e grado. La sconfitta nello sport è da mettere in conto, a Milano il concetto è chiaro, a Torino un po’ meno. Allegri si guardi la risposta di Giannis Antetokounmpo al giornalista americano che aveva parlato di fallimento dei suoi Buks eliminati dai playoff di Nba. La guardi ed arrossisca, se ci riesce.
Le “m****” nerazzurre hanno giocato la loro partita e l’hanno vinta come spesso è accaduto quando si sono trovate di fronte Inter e Juve negli ultimi anni.
L’’hanno giocata e vinta il 26 aprile, una data che per gli interisti significa molto. Significa il furto più clamoroso perpetrato su un campo di calcio italiano in epoca moderna. 25 anni fa mentre l’Inter veniva derubata della possibilità di giocarsi uno scudetto fino alla fine, anche Gigi Simoni perse la testa.
La sua parole meno educata fu “vergogna” rivolta all’arbitro Ceccarini.
Oggi più che mai gli interisti sono tutti Gigi Simoni, come lo furono 25 anni fa correndo con lui verso l’arbitro per protestare contro l’ingiustizia più evidente.
L’altra sera a San Siro l’unica ingiustizia andata in scena è stata quella di vedere ancora una volta il calcio italiano messo alla berlina da personaggi che, nonostante tutto, continuano a ritenersi al di sopra di tutto e di tutti.
Torna alla mente Massimo Moratti. Anni fa, dopo Calciopoli, proferì parole di eleganza sanguinosa che restano incise sulla pietra di chi ama il calcio: “la Juventus è stata retrocessa in serie B insieme alla sua reputazione”.
Tranquillo Allegri, è’ solo questione di tempo, le “m****” interiste sanno aspettare.