Sul futuro di Lukaku: “Oggi è il suo compleanno tralatro. Prossimo anno? Credo che per lui valga anche l’analisi fatta precedentemente. Una stagione anomala dettata dal mondiale di mezzo dove lui ne ha risentito. Non dimentichiamoci purtroppo che il giocatore è del Chelsea, se dovesse arrivare un tecnico che punta su di lui tutti i discorsi si chiudono. Un ragazzo integrato bene con noi e con la città, averlo è sicuramente positivo però non è nostro. Rimane da 1 a 10? 6”.
Sui parametri zero di cui va più orgoglioso: “Sono tutti e ci aggiungerei anche Darmian che è quasi parametro zero, son tutti bravi non posso citarne uno più o meno. Dobbiamo valutare purtroppo l’anagrafe e prendere decisioni antipatiche. Forse la sorpresa è un pochino Onana visto che gli altri si erano già affermati nel panorama calcistico”.
Sul rimpianto di mercato: “Dybala. Mi lega a lui un rapporto d’affetto, lo prendemmo ragazzino dal Palermo, l’avevamo portato a Berlino a vedere la finale, un ragazzo d’oro. Tutti i dirigenti che l’hanno avuto lo vorrebbero con se, poi però ci sono logiche tecnico-tattiche che vanno di pari passo e non c’era possibilità di immaginare un suo inserimento, nel senso che avevamo 4 attaccanti e quelli sono. In futuro? Non so, auguro il meglio a lui, ora gli auguro il meglio, difficile che io vada a Roma, c’è un clausola ma non credo, siamo a posto cosi”.
Sui rinnovi di Bastoni e Dzeko: “Con Bastoni abbiamo grandissimo ottimismo e sono certo della risposta del ragazzo e del suo procuratore, per quanto riguarda Dzeko è una decisione che dovremo prendere insieme. Non vogliamo parlare di rinnovi oggi si dovrà valutare il tutto nell’ambito di una gestione finanziaria. Aspettiamo tra 15 giorni e vediamo cosa succederà”.
Sul rapporto con Zhang: “Steven è una persona che ha una capacità di lettura molto rapida. Una volpe, tanto per dare un appellativo carino, è una persona che ascolta molto e nella mia visione è un fattore estremamente importante, ascolta e parla poco e quando parla dice cose sensate. Catapultato in un modo a lui sconosciuto, non è che fosse un espertissimo ma ci ha portato una certezza del comando, ho avuto modo di conoscere il padre che è una persona di forte personalità. Ora si sta appassionando molto da questo sport e lo vive in maniera molto profonda, una persone positiva che serve molto e ci aiuta nella gestione. Ha molto rispetto dei ruoli e l’ultima parola è sempre la sua il concetto della delega ce l’ha e ce l’ha forte ma non ha mai creato dei problemi”.
Su chi acquisterebbe: “Haaland, ci andai vicino con la Juventus ma non lo presi alla fine”.
Sullo spogliatoio nerazzurro: “Simpatici? Un po’ tutti, in particolare Onana, si abbastanza stravagante. Sulla serietà e professionalità devo dire che non abbiamo teste matte ma quello che si comporta bene che è di Milano è sicuramrnte Darmian. Una persona di altissimo livello, un grande professionista”.
Sulla Supercoppa: “La cultura della vittoria, quando vinci un trofeo di arricchisci e capisci cosa vuol dire vincere una finale, una gara secca, quello che poteva mancare è questo, prima del mio arrivo e tutti insieme abbiamo cercato di incrementare. C’erano giocatori giovani che non avevano vinto tanto, ma adesso possiamo dimostrare con i fatti di aver incrementato il palmeres, abbiamo vinto lo scudetto e dobbiamo esser bravi a rivincerlo, cosi come la Coppa Italia la Supercoppa ecc…”.
Sull’errore che non rifarebbe: “No, non penso, non ho fatto cose eclatanti ma rifarei tutto, non rinnego, a volte ho fatto la voce grossa ma deve essere interpretato in maniera positiva, le critiche ti aiutano a capire e a migliorare”.
Sul prossimo anno: “Si aprono scenari un po’ diversi, sapete che abbiamo perso posizioni nel ranking europeo e il calcio italiano oggi non è l’espressione dell’eldorado, oggi il nostro è un modello di transizione, un giocatore arriva, sta bene, si valorizza e va via. Perchè non siamo competitivi a livello economico. Andando alla ricerca della sostenibilità significa che se non fossero arrivati capitali esteri e se non ci fossero stati, Inter e Milan oggi si giocano una semifinale, senza questi capitali chissà dove sarebbero. Il punto cruciale è questo, dobbiamo aprire a una cultura che riguarda noi stessi. Non c’è l’equazione che ci più spende più vince, ci sono tanti valori che l’Inter ha che l’Inter rappresenta”.
Sul suo futuro all’Inter: “Ho un mandato di altre due stagione poi dipende, mi trovo benissimo qui, sono realizzato, per me è il massimo. Quello che sarà il futuro non lo so, guardo il presente, guardo stasera, guardo martedi”