Inter, Marotta parla del futuro di Lukaku, Dzeko e Bastoni. E su Lautaro, Zhang e il suo futuro a Milano…

Inter, Marotta dice tutto sul futuro di alcuni singoli. Presente all’evento organizzato da La Gazzetta dello Sport, il CEO Sport della società nerazzurra, Beppe Marotta, è stato interpellato su vari temi. Ovviamente, uno tra i principali, è stato sicuramente il derby di Champions, con la partita d’andata vinta proprio dalla squadra di Simone Inzaghi. Ma tanti altri argomenti sono stati toccati. Ecco le sue parole come riportate da Calciomercato.com.

Un ricordo su un derby storico: “Il primo derby fu nel 70-71 e fu Milan-Inter di quell’Inter che vinse lo scudetto con un ritardo di 6 punti con in panchina Herrera non Helenio ma Heriberto, arrivò Invernizzi che allora allenava la primavera e quel derby finì 2 a 0 con gol di Corso e Mazzola e assist di Boninsegna. Derby emozionante coinciso con questa cavalcata in rimonta che chiuse con 4 punti di vantaggio proprio sul Milan”.

Sul derby in Champions del 2003: “Non mi aspettavo di fare questa carriera ma nelle ambizioni c’era sempre l’obiettivo di poter crescere e desideravo arrivare in un grande club, ne ho vissuti due ed è un’immensa fortuna. Certamente alla Samp è stato un periodo d’oro che mi ha permesso di fare il salto e nel 2003 quelle gare le ho vissute da spettatore”.

Sul suo derby preferito: “Sono tutti diversi, sono emozioni, uno spot per la città e si vivono in maniera diversa. Quello romantico è quello di Genova perchè ci sono tanti scooter con magari delle coppie di ragazzi con due maglie diverse, qui c’è una maestosità di San Siro, un’icona, anche se eravamo fuori casa, ma sono sicuro che martedi replicheremo ancora meglio, e vedere uno stadio pieno è qualcosa che ti trascina e vissuto in Champions è emozionante”.

Sull’acquisto di tanti parametri zero: “Devo dire che nell’Inter abbiamo una squadra nella squadra, i meriti vanno alla squadra fuori dal campo che si occupa di sport, quindi Ausilio, Baccin, Zanetti. Quando si arriva a queste decisioni si fa in maniera collegiale, io parlo di competenza perchè esiste in questo ambiente. Questo modello è frutto del lavoro di persone competenti”.

Sulla presenza di tanti italiani all’Inter: “Fondamentale lo zoccolo duro italiano, come ce l’hanno i grandi club, se si ottiene è perchè in questi club c’è uno zoccolo duro di giocatori di quella nazione. Per la mia esperienza vissuta è fondamentale”.

Sulla possibilità di Lautaro capitano nerazzurro: “Sta crescendo è del ’97, a 25 anni essere capitano è qualcosa di forte. Lui non solo è un bravissimo calciatori ma è un uomo con dei valori e ci sono le premesse per diventare il capitano”.

Sul futuro di Lukaku: “Oggi è il suo compleanno tralatro. Prossimo anno? Credo che per lui valga anche l’analisi fatta precedentemente. Una stagione anomala dettata dal mondiale di mezzo dove lui ne ha risentito. Non dimentichiamoci purtroppo che il giocatore è del Chelsea, se dovesse arrivare un tecnico che punta su di lui tutti i discorsi si chiudono. Un ragazzo integrato bene con noi e con la città, averlo è sicuramente positivo però non è nostro. Rimane da 1 a 10? 6”.

Sui parametri zero di cui va più orgoglioso: “Sono tutti e ci aggiungerei anche Darmian che è quasi parametro zero, son tutti bravi non posso citarne uno più o meno. Dobbiamo valutare purtroppo l’anagrafe e prendere decisioni antipatiche. Forse la sorpresa è un pochino Onana visto che gli altri si erano già affermati nel panorama calcistico”.

Sul rimpianto di mercato: “Dybala. Mi lega a lui un rapporto d’affetto, lo prendemmo ragazzino dal Palermo, l’avevamo portato a Berlino a vedere la finale, un ragazzo d’oro. Tutti i dirigenti che l’hanno avuto lo vorrebbero con se, poi però ci sono logiche tecnico-tattiche che vanno di pari passo e non c’era possibilità di immaginare un suo inserimento, nel senso che avevamo 4 attaccanti e quelli sono. In futuro? Non so, auguro il meglio a lui, ora gli auguro il meglio, difficile che io vada a Roma, c’è un clausola ma non credo, siamo a posto cosi”.

Sui rinnovi di Bastoni e Dzeko: “Con Bastoni abbiamo grandissimo ottimismo e sono certo della risposta del ragazzo e del suo procuratore, per quanto riguarda Dzeko è una decisione che dovremo prendere insieme. Non vogliamo parlare di rinnovi oggi si dovrà valutare il tutto nell’ambito di una gestione finanziaria. Aspettiamo tra 15 giorni e vediamo cosa succederà”.

Sul rapporto con Zhang: “Steven è una persona che ha una capacità di lettura molto rapida. Una volpe, tanto per dare un appellativo carino, è una persona che ascolta molto e nella mia visione è un fattore estremamente importante, ascolta e parla poco e quando parla dice cose sensate. Catapultato in un modo a lui sconosciuto, non è che fosse un espertissimo ma ci ha portato una certezza del comando, ho avuto modo di conoscere il padre che è una persona di forte personalità. Ora si sta appassionando molto da questo sport e lo vive in maniera molto profonda, una persone positiva che serve molto e ci aiuta nella gestione. Ha molto rispetto dei ruoli e l’ultima parola è sempre la sua il concetto della delega ce l’ha e ce l’ha forte ma non ha mai creato dei problemi”.

Su chi acquisterebbe: “Haaland, ci andai vicino con la Juventus ma non lo presi alla fine”.

Sullo spogliatoio nerazzurro: “Simpatici? Un po’ tutti, in particolare Onana, si abbastanza stravagante. Sulla serietà e professionalità devo dire che non abbiamo teste matte ma quello che si comporta bene che è di Milano è sicuramrnte Darmian. Una persona di altissimo livello, un grande professionista”.

Sulla Supercoppa: “La cultura della vittoria, quando vinci un trofeo di arricchisci e capisci cosa vuol dire vincere una finale, una gara secca, quello che poteva mancare è questo, prima del mio arrivo e tutti insieme abbiamo cercato di incrementare. C’erano giocatori giovani che non avevano vinto tanto, ma adesso possiamo dimostrare con i fatti di aver incrementato il palmeres, abbiamo vinto lo scudetto e dobbiamo esser bravi a rivincerlo, cosi come la Coppa Italia la Supercoppa ecc…”.

Sull’errore che non rifarebbe: “No, non penso, non ho fatto cose eclatanti ma rifarei tutto, non rinnego, a volte ho fatto la voce grossa ma deve essere interpretato in maniera positiva, le critiche ti aiutano a capire e a migliorare”.

Sul prossimo anno: “Si aprono scenari un po’ diversi, sapete che abbiamo perso posizioni nel ranking europeo e il calcio italiano oggi non è l’espressione dell’eldorado, oggi il nostro è un modello di transizione, un giocatore arriva, sta bene, si valorizza e va via. Perchè non siamo competitivi a livello economico. Andando alla ricerca della sostenibilità significa che se non fossero arrivati capitali esteri e se non ci fossero stati, Inter e Milan oggi si giocano una semifinale, senza questi capitali chissà dove sarebbero. Il punto cruciale è questo, dobbiamo aprire a una cultura che riguarda noi stessi. Non c’è l’equazione che ci più spende più vince, ci sono tanti valori che l’Inter ha che l’Inter rappresenta”.

Sul suo futuro all’Inter: “Ho un mandato di altre due stagione poi dipende, mi trovo benissimo qui, sono realizzato, per me è il massimo. Quello che sarà il futuro non lo so, guardo il presente, guardo stasera, guardo martedi”