Editoriale

Inter, Euroderby da vincere anche senza il condottiero

L’Inter stasera è chiamata a scrivere la storia, quella della squadra, quella della società, quella dei suoi tifosi.

E’ la partita più importante dal 22 maggio 2010, è quella che segnerà la carriera di molti dei giocatori, chissà se avranno un’altra possibilità di vivere ancora una semifinale così. Lo stesso dicasi per i tifosi, per i più giovani sarà la prima notte davvero magica, per i più attempati sarà un sogno che si riaffaccia.

Un esercito ed il suo popolo

13 anni fa c’era un condottiero che alzava la lancia, al mio segnale scatenate l’inferno. Oggi non c’è MourinhoInzaghi ha puntato sulla forza del gruppo, non ci sono primedonne, c’è un esercito che in qualche momento è sembrato allo sbando ma nel momento in cui il rumore dei nemici si è fatto più forte ha saputo ritrovare compattezza e unità d’intenti.

Dietro a loro un popolo affamato, la manna non è scesa dal cielo in questi 13 anni, un popolo  giunto quasi alla fine della seconda traversata nel deserto. La prima era durata 45 anni, oggi manca solo l’apertura delle acque poi la terra promessa di Istanbul sarà a portata di mano.

Sarà una notte da vivere con la speranza che il 2 a 0 dell’andata autorizza a portare sui gradoni di San Siro, una notte da vivere con il cuore in gola, un gol , un errore, una decisione arbitrale potrebbero aprire la strada ad uno psicodramma di cui non si sente il bisogno. Abbiamo già dato in passato, anche no, grazie.

L’Inter ha il vantaggio dell’andata, ha la squadra per portare a termine il lavoro, dovrà avere la consapevolezza del momento in cui la testa conta almeno quanto i muscoli.

L’esercito ed il suo popolo hanno sperato per troppo tempo di vivere ore così, notti come questa.

Quando il sorteggio mise davanti Bayern e Barcellona l’avventura sembrava già finita.  Step by step la squadra si è costruita il diritto di vivere una notte come quella di oggi, l’ultimo scoglio da affrontare.

Un esercito ed il suo popolo pronti a prendersi quello che gli spetta, quello che si sono meritati.