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Inter, cessione in vista per Zhang? L’ex Paolillo svela i piani futuri della società

Inter, si parla ancora di una possibile cessione del club. Da parecchie settimane, in casa nerazzurra, ci sono delle voci che vorrebbero una cessione delle quote societarie da parte del presidente Steven Zhang. Il numero uno nerazzurro potrebbe davvero passare la mano, ma, di fatto, ancora, non ci sono sentori di trattative in via di conclusione. Di questo, e di molto altro, ha parlato l’ex dirigente nerazzurro Ernesto Paolillo, che ha voluto dire la sua sul canale Youtube di Gianluca Rossi.

Ecco le parole di Paolillo: “Non conosco ovviamente le dinamiche interne attuali, se siano in corso trattative o meno, ma faccio conti facili, da uomo di finanza: il debito dell’Inter è enorme e non è sostenibile pagando un debito ai tassi d’interesse attuali come quelli che sta pagando l’Inter. Vorrebbe dire aggiungere deficit a deficit. Le coperture del debito diventano estremamente onerose. Sono convinto che, se Zhang non potrà esportare capitali come sembra e non potrà coprire attraverso altre risorse questo debito, non potrà fa altro, non trovando chi compra una società con questo debito, che rinunciare al pegno, ovvero alle azioni del club date in pegno a Oaktree in cambio del debito. A questo punto tutti gli scenari nuovi sono nelle mani di Oaktree e non di Zhang”.

Su quanto siano reali le trattative: “L’Inter non è una società quotata in borsa, per cui non ha tanti vincoli, nemmeno quello di avvisare quando parte una trattativa. Ha solo l’obbligo di denunciare delle operazioni perfezionate, non in itinere. Ma se ci fosse una trattativa lo si capirebbe da tanti segnali, come la due diligence di chi fa un’offerta e vuole vedere le carte. Segnali che sembra non ci siano”.

Sull’ipotesi cordata di investitori: “No, non credo, perché chi deve assumersi il rischio e decidere è uno. Impossibile oggi pensare che una squadra di Serie A sia nelle mani di una cordata, anche perché poi chi decide allenatore, giocatori? Si finirebbe per assistere a riunioni da bar. Non vedo nemmeno un imprenditore italiano, visto il contesto economico che abbiamo, i venti di guerra che persistono e le problematiche che hanno gli imprenditori nelle loro aziende. Non credo questi si assumerebbero il rischio di comprare una squadra di calcio come l’Inter, che ha grandi costi. Io credo nelle possibilità di un fondo specialistico, che abbia tempo e risorse per gestire l’Inter”.