Inter, parla Zanetti: dalla sua top 11 a Ronaldo fino a Mou e Mancini. E sul futuro…
Inter, Javier Zanetti parla della sua esperienza in nerazzurro. In una lunga intervista al podcast Muschio Selvaggio, l’ex capitano nerazzurro è stato interrogato su quella che è stata la sua carriera, ma, soprattutto, sulla sua esperienza interista. L’attuale vice-presidente, ha parlato di tanti aneddoti e di tanti elementi curiosi. Ecco le sue parole.
Sulla sua top-11 di tutti i tempi: “Faccio dei nomi che ho incontrato e affrontato: Maradona, Ronaldo il Fenomeno, Messi, Iniesta, Batistuta, Aldair, Peruzzi, Cafù, Maldini, Baresi, Zidane, Kakà, Figo e poi metto tutti gli argentini”.
Su Ronaldo il Fenomeno: “E’ arrivato all’Inter nel momento top della sua carriera, quello che gli ho visto fare negli allenamenti non l’ho visto fare a nessuno. Una potenza, velocità, dribbling, fantstico. Gli infortuni l’hanno penalizzato parecchio in carriera”.
Sul periodo più intenso per quanto riguarda la preparazione: “Con Mourinho facevamo sempre allenamenti sul campo con alta intensità e poi l’intensità alta la vedevi in campo, era fantastico. Abbiamo fatto un ritiro: due settimane, doppio allenamento tutti i giorni e lui non ha ripetuto un allenamento. Ti faceva allenare anche sulla parte mentale, strategicamente e tatticamente. Se non pensavi eri fuori”.
Sugli allenatori più importanti: “A parte Mourinho, che con lui ho un rapporto importante, direi Roberto Mancini è quello che mi ha allungato la carriera. Mi ha messo in più ruoli, quando senti la fiducia del mister o dei compagni, non c’è cosa più bella sentirti utile nel momento del bisogno”.
Sul rapporto con gli allenatori in nerazzurro: “All’Inter ci sono stati sempre allenatori con grande personalità, quando qualcuno andava oltre, io cercavo di dare una mano”.
Su Stramaccioni: “Era allenatore della Primavera ed è arrivato in prima squadra. Siamo stati i primi a vincere allo Stadium contro la Juventus”.
Sul calcio giovanile in Italia: “L’Italia deve cambiare il pensiero e dare spazio ai giovani: se non vai al Mondiale, devi cambiare. Mancini sta prendendo questa direzione, sta dando spazio ai giovani, speriamo di arrivare competitivi al Mondiale. La prima responsabilità è nostra, dei club. La cosa più bella è vincere trofei ma preferisco vincere meno trofei nel settore giovanile e avere ogni anno 3-4 giocatori che salgono in prima squadra. I giovani sono il futuro, quando hai 18-19 anni capita di sbagliare, lì il giovane deve essere supportato ma deve avere tempo di crescere”.
Sul calcio femminile: “Mio cognato allena la prima squadra del Como, mi piace da morire. Un settore che sta crescendo anno dopo anno ed è giusto così, c’è tanto da fare ma il calcio femminile ha tanto futuro in Italia”.
Su come si vede tra 10 anni: “Sempre legato al calcio e sempre più legato a progetti sociali, non solo con la mia Fondazione ma anche con la FIFA, mi piace sviluppare questa cosa”