70 giorni dopo Istanbul, si riparte.
Da quella serata magica e sfortunata sono successe cose impreviste ed imprevedibili. Lukaku decise di lasciarci a piedi negli ultimi minuti della finale, come aveva già fatto 3 anni fa contro il Siviglia d’altro canto, mirabile esempio di coerenza. La stessa coerenza dimostrata fottendo l’Inter come aveva già fatto con il Chelsea, con lo United, ovunque e comunque. Problema suo, l’Inter ha bisogno di uomini prima che di calciatori.
Non rivedremo gente che ha dato tanto all’Inter, Dzeko e D’Ambrosio, Brozovic e Onana. Non rivedremo neanche altri ragazzi, finiti nel tritacarne dei tifosi, Gagliardini ci ha messo del suo per 6 anni, Skriniar per 6 mesi. Gosens ha dato poco ma la sua uscita è da gran signore del calcio, fatto non banale di questi tempi.
Thuram, Frattesi, Cuadrado, Bisseck, Sommer, Carlos Augusto arrivano tra speranze e qualche sorriso a denti stretti. Un pre campionato dignitoso, occorre spettare qualche settimana prima di sollevare le prime polemiche. O no?
Sensazioni (opinabili ovviamente): rispetto alla stagione scorsa perdiamo assai in porta, Sommer non è Onana né fisicamente né per capacità reattive. Diversa l’età, diversa quella “follia” con cui il camerunense ha salvato palle importantissime. La difesa resta di ottimi livello. Se arriva la ciliegina Pavard, come sembra in questo momento, è completa sia per qualità che per quantità. Sugli esterni ancora di più, a sinistra la coppia Dimarco Carlos Augusto promette scintille chiunque scenda in campo, a destra Cuadrado porta qualche malumore ma anche esperienza e capacità di saltare l’uomo, particolarità tecnica spesso dimenticata da Dumfries.
Il centrocampo offre le previsioni più ottimistiche. Calhanoglu e (finalmente) Asllani dovrebbero garantire sicurezza in fase di regia senza far rimpiangere troppo Brozovic. Frattesi e Barella assicurano moto perpetuo e inserimenti letali, il papà di Samardzic ha giocato a poker con la carriera del figlio e gli è andata male.La scommessa dell’Inter non sarà lui ma Sensi, scelta obbligata economicamente, affascinante dal punto di vista tecnico. L’azzardo è grande, se sta bene lui stiamo bene tutti. Nuovo acquisto o ancora spettatore non pagante? Solo il tempo ha la risposta.
L’attacco è in sofferenza, inutile nascondersi dietro un dito. Molto sarà sulle spalle di Lautaro, almeno fino a quando Thuram non avrà trovato la mattonella giusta in campo (mister Inzaghi qui c’è da correre!). Arnautovic porta fisicità, capacità di far salire la squadra, gol importanti anche se non a raffica. Correa resta il punto interrogativo più grande. Resta perché nessuno lo cerca, se capisse una volta per tutte l’atteggiamento da tenere in campo, se ricordasse i lampi di classe espressi alla Lazio potrebbe anche lui offrire momenti decisivi. Ha rischiato di diventare campione del mondo con l’Argentina, le qualità le ha, è la testa che deve resettare.
Mercato difficile per le ben note ragioni economiche, dominato da una linea guida irrinunciabile: l’abbattimento del costo della rosa e del monte ingaggi in ottica FFP. Obbiettivo raggiunto, alla data odierna la rosa scende da 210 a 177 milioni, il monte ingaggi da 130 a 110 milioni, resta da vedere cosa succederà in questi ultimi giorni di contrattazioni. Un mercato rivolto al futuro soprattutto per le modalità di spesa: prestiti con obbligo di riscatto, spesso con l’importo del prestito coperto da cessione di giovani. E’ andata così per Mulattieri nell’arrivo di Frattesi, sarebbe andata così con Fabbian nella vicenda Samardzic. La sensazione è che Zhang stia ancora comprando tempo, in attesa del 2024, in attesa della scadenza del prestito di Oaktree. Nel frattempo Marotta e Ausilio stanno facendo i salti mortali, difficile operare con pizza e fichi al posto dei quattrini, può andar bene un anno, due. Poi stop. Se si tratta di una operazione di pulizia del bilancio in vista di una cessione della società ok, vediamo cosa succede. Se così non fosse, se così restassero le cose il passo successivo, quello datato estate 2024, sarebbe la probabile cessione di uno dei figli prediletti, Lautaro/Barella/Bastoni. O magari anche più di uno.
Prospettiva inquietante, ancora di più nel momento in cui si legge il fallimento di Evergrande, colosso dell’edilizia cinese in difficoltà da tempo, cui Zhang Jindong aveva anticipato 2,6 miliardi di euro. Soldi che dovevano rientrare nel 2021, soldi che non sono mai rientrati. Soldi (persi) che con tutta probabilità impatteranno pesantemente anche sul futuro rapporto del gruppo Suning con l’Inter. Con quali conseguenze? Qui occorre fermarsi, in attesa delle risposte dagli esperti di economia. Zhang ha fatto finchè ha potuto fare, oggi il blocco è totale e chi aspetta il fondo straniero che ripiani debiti e faccia scintille sul mercato sogna e poi si sveglia tutto sudato.
In mezzo a ‘sto bailamme due osservazioni per chiudere :
Real o Monza adesso conta poco. Adesso conta solo per quella gente che ama soltanto te, per tutti quei chilometri che ho fatto per te…