Nel suo debutto bis è apparso molto sereno, gli è stato chiesto quale è stato il suo pensiero quando è sceso in campo. “Già quando sono arrivato allo stadio, mi venivano le emozioni che ero tornato a casa. Lo stadio, c’era la mia famiglia, ero contentissimo. Poi ora fisicamente sto molto bene, non ho dolori e posso fare vedere le mie qualità”.
Arnautovic ha poi raccontato della trattativa che lo ha riportato a Milano. “Avevo atto un’intervista in ritiro a Bologna, ma lì non c’era nulla. Ero un giocatore del Bologna ed ero concentrato. Quando è arrivata l’Inter, non potevo dire no. Ho iniziato qua la mia carriera e voglio finirla qua e ho detto a mio fratello che era un’opportunità grandissima per me. Devo andare. E passo dopo passo è arrivato il trasferimento”.
L’attaccante ha raccontato poi degli aneddoti della sua prima esperienza in nerazzurro e del suo rapporto con Josè Mourinho.
“Siamo andati in ritiro, lui mi ha detto hai fatto una grande settimana quando torniamo giochi sicuro. Poi giorno della partita, ero al piano 40, ritardo per la colazione, nessuno dice nulla. Pupi mi dice Marko… e chiedo scusa. Per fare merenda e riunione, ancora in ritardo. Tutti erano già in sala video e Mourinho non mi dice nulla. Entro in pullman e mi dice Quaresma e Arnautovic fuori rosa. Ho chiesto perché, ma Mourinho non voleva parlarmi. Torniamo in Italia e giochiamo col Genova. Arrivo al mattino, non ci sono le macchine. Entro e c’era il mister col suo staff, si alzano e applaudono: “Sei venuto 4 ore e mezza prima dell’allenamento, è al pomeriggio”. E poi mi ha regalato il suo orologio”.