Editoriale

Inter, Thuram fondamentale anche senza gol

(Inter) Buona anche la seconda. 2 gol, due pali, una gara giocata in controllo totale. La differenza dei valori in campo non basta a spiegare la facilità del successo nerazzurro, c’è qualcosa di più e di più positivo per Inzaghi. C’è la personalità maturata dalla squadra, la sensazione (aspettiamo a parlare di certezza) che il rush finale dello scorso anno abbia lasciato in regalo la consapevolezza di una nuova dimensione di questo gruppo. Chi ha tenuto testa e per lunghi tratti messo sotto Halland De Bruyne e compagnia bella non può e non deve avere incertezze di sorta quando gli  avversari  si chiamano Ciurria e Caldirola, Nandez o Pavoletti. Con tutto il rispetto intendiamoci, ma le cose stano così.

L’Inter ora gioca a memoria, senza fiammate impetuose, uno spartito in cui ognuno sa cosa fare per far suonare all’orchestra la musica che ci aspetta di sentire. Atteggiamento relativamente semplice per i reduci dalle stagioni scorse ma che Thuram  dimostra di aver compreso bene. Il francese non gioca per sé, gioca per far giocare bene la squadra e ci riesce, in entrambi i gol c’è il suo zampino. Zampone nel primo, il cioccolatino servito a  Dumfries parla di piede raffinato e testa lucida. Poteva metterla al centro per Lautaro ma era coperto invece ha atteso che l’olandese sopravanzasse lui ed il suo avversario diretto. Non è roba da mediocri, tutt’altro, il gol arriverà anche per lui, è solo questione di tempo.

La certezza più confortante arriva nel secondo tempo. Lo scorso anno quando iniziava la girandola delle sostituzioni ogni cambio era accompagnato da un’Ave Maria. Quest’anno le seconde linee hanno spessore tecnico uguale se non addirittura superiore a chi va a sedere dopo 60/70 minuti. Rosa più completa uguale Inter più forte? Se arriva Pavard sulla carta si, anche se l’attacco soffre l’assenza di un nome illustre che avrebbe scaldato i cuori dei tifosi e le mani dei portieri avversari. Arnautovic e Sanchez saranno chiamati a fare gli straordinari nonostante la loro carte d’identità. Voti positivi per tutti anche a Cagliari, menzione speciale a Calhanoglu ormai pienamente calato nel ruolo double face di primo ispiratore della manovra in ripartenza  e ultimo baluardo difensivo quando le situazioni lo richiedono.

Chiusura sul mercato. Dall’arrivo di Pavard dipende la valutazione finale complessiva della campagna acquisti nerazzurra nevrotica. Lukaku ha sconvolto i piani dello staff ma qualcosa da capire resta perchè Arnautovic è un piano C, la scelta dell’austriaco dopo aver perso il belga e Scamacca è stata imposta da un mix di esigenze economiche e tecniche. Si poteva indirizzare il “tesoretto” disponibile su una punta di maggior spessore? E perché la strada ha deviato all’improvviso verso un centrocampista (Samardzic) e poi verso un difensore (Pavard)?

Domande da semplici osservatori che leggono quel che succede, altrimenti saremmo al posto di Marotta e Ausilio.