Inter, parla Beppe Marotta. Dopo la vittoria preziosa ottenuta sul campo dell’Empoli e che ha dato il primato in solitaria, la squadra nerazzurra si prepara per il complicato turno infrasettimanale contro il Sassuolo. La squadra neroverde, ha sempre messo in difficoltà i nerazzurri e adesso viaggia sulle ali dell’entusiasmo dopo la grande vittoria contro la Juventus. Intanto, intervistato da Radio Anch’Io, l’amministratore delegato nerazzurro, Beppe Marotta, ha parlato di tantissimi temi. Ecco le parole di Marotta.
Sull’infortunio di Arnautovic: “Sicuramente dispiace, si era inserito bene: credo molto nella duttilità dei giocatori. Sono certo che Inzaghi troverà il giusto rimedio. Sono fiducioso, sicuramente andremo avanti con questo organico”.
Sugli obiettivi della stagione: “La vita è fatta di sogni e realtà: la realtà è quella che noi siamo alla ricerca dello scudetto, che significherebbe la seconda stella. Ma le competizioni europee vanno guardate con grande ottimismo: l’anno scorso era un sogno che si era quasi avverato. Obbligo di partecipare alle competizioni dando il meglio e raggiungendo il massimo”.
Sull’esordio in Champions: “Bisogna dare atto che la Real Sociedad non è una squadra cuscinetto ma è molto forte, soprattutto in casa è molto aggressiva e ha tecnica. Avevamo di fronte un avversario ci ha dato fastidio, Inzaghi poi ha attuato un po’ di turnover sfruttando giocatori che non avevano mai giocato insieme. Abbiamo pagato lo scotto. Va letta in positivo la reazione che c’è stata nel secondo tempo e l’aver agguantato il risultato che ci trovava sotto. Questo è l’aspetto da esaltare della nostra trasferta”.
Sulle rivali scudetto: “Lo scudetto, ce lo insegnano le statistiche, è spesso appannaggio delle stesse squadre: annovero Milan, Juventus, Napoli, Atalanta, Roma, Lazio. Diciamo che attorno a queste squadre bisogna identificare la vincitrice. Ho notato grandi miglioramenti anche della Fiorentina, ma ci si restringe a queste squadre”.
Su Inzaghi: “Siamo in una fase interlocutoria in cui il calendario rappresenta una parte condizionante. L’anno scorso eravamo ottavi con sei punti in meno. Devo dire che al di là delle statistiche quello che sto notando è la consapevolezza dei propri mezzi e l’abbiamo visto a Istanbul, la certezza di essere protagonisti e di essere forti, di trovare continuità nei risultati. A Udine fu una prestazione negativa come impatto alla gara, abbiamo capito cosa vuol dire e lo abbiamo superato. Inzaghi è stato molto bravo, oggi è la sua squadra, appartiene a lui: lui è il leader e i giocatori seguono le indicazioni”.
Su Lukaku: “Ci siamo rimasti male perché avevamo instaurato un rapporto caloroso di affetto con lui, ma siamo stati abili a trovare le alternative. Di conseguenza fa parte del passato e di un mondo che è così, assolutamente strano a livello di rapporti all’interno dello stesso calcio. Adeguiamoci a quanto successo, non ci addentriamo più di tanto. L’Inter esiste da cento anni e va avanti senza allenatori, dirigenti e calciatori con continuità attraverso la ricerca di altri protagonisti”.
Su Dimarco: “Sono molto contento per lui è uno dei pochi casi perché rappresenta un grande senso di appartenenza verso il club. Siamo molto orgogliosi di lui. Dal punto di vista del valore tecnico, tattico e agonistico, è in continua crescita e credo possa ancora migliorare. Ci vedremo con il nostro direttore Ausilio e vorrei che si parlasse di prolungamento di contratto più che di rinnovo perché significa che le due parti trovano la condivisione in tanti valori. Massimo rispetto per Federico”.
Su Mkhitaryan: “Stiamo valutando un po’ tutte le situazioni ma non è questo il momento di approfondire queste tematiche. Lo faremo nel tempo giusto col massimo rispetto partendo da un concetto: se il calciatore vuole restare per noi diventa più facile fare un certo tipo di valutazioni”.