(Inter) Lautaro? “C’è chi ce l’ha e chi non ce l’ha, noi ce l’ha” avrebbe detto Totò. Un tesoro il cui valore qualcuno non è stato ancora capito fino in fondo. A diversi soloni della carta stampata erano bastati 180 minuti più spiccioli senza gol per parlare di crisi, di giocatore che voleva andarsene e altre amenità varie. Ieri sera hanno preso un caffelatte, hanno messo le babbucce e sono andati a letto senza cena, con la pancia e la testa in subbuglio per la quaterna del Toro.
4 gol in 37 minuti sono un record, ne parlano tutti stamani. Quello di cui pochi parlano è il gesto tecnico di Lautaro sul primo gol. Qualcuno al suo posto avrebbe ciabattato un piattone che avrebbe colpito Ochoa in uscita. Qualcuno più furbo avrebbe alzato la mira alla ricerca della parte alta della porta. Lui no, lui è altro. Il suo non è un semplice scavetto, è un atto d’amore verso il pallone che non sempre merita randellate come in occasione degli altri 3 gol. Talvolta è meglio una carezza, solo che quella carezza devi saperla dare con sapienza, richiede genio e talento che pochi possono vantare altrimenti rischi la figura del coglione. La carezza di Lautaro a scavalcare il portiere della Salernitana è così dolce da impiegare una frazione di secondo in più prima di varcare la linea bianca, quella tempo infinitesimale che fa la differenza tra un gol semplice sbagliato e un gol da antologia.
Luataro è altro. Non è Leao che scavalla gli avversari con la sua velocità. Non è Vlahovic che se la gioca con tutti sulla potenza. Lautaro è fatto di pasta speciale, diversa da tutti gli altri. Magari la cottura non è ancora arrivata a livello fuoriclasse ma la strada è quella anche perché il ragazzo è dotato di un altro ingrediente fondamentale: la testa, anche questa in evoluzione continua verso la dimensione del leader totale.
Il Toro spostava gli equilibri lo scorso anno quando intorno a lui giostrava gente come Dzeko e Lukaku, lo fa ancora di più quest’anno, costretto agli straordinari di impegno e responsabilità con un Thuram fortissimo e nessuno (o quasi) dietro.
Tutte cose da ricordare quando arriveranno altre domeniche senza gol. Perché arriveranno, stiamone certi. Perché i grandi 9 sono fatti anche di questo, periodi in cui non la buttano dentro neanche con le mani. Poi arriverà un pallone che nessuno oltre a loro potrebbe sbattere dentro e tutto torna nella normalità. Per informazioni chiedere a Milito, ad Altobelli, a Batistuta, a chi volete voi.
Ecco, quando arriverà quel periodo di magra ripensiamo tutti quel che molti dicevano fino alle 21 di ieri sera, ai 37 minuti di Salerno e a quell’atto d’amore verso il pallone.