Inter, Josè Mourinho ricorda ancora il Tripele nerazzurro. Mentre la squadra di Simone Inzaghi si allena in preparazione della partita contro il Benfica per la seconda giornata del girone di Champions League, un ex interista come Josè Mourinho torna a parlare dell’impresa del Triplete del 2010. Una vittoria incredibile e contro ogni pronostico. L’attuale tecnico della Roma, intervistato da Sky Sport per la trasmissione Federico Buffa Talks, ha parlato così di alcuni aneddoti.
Ecco le parole di Mourinho: “Quando vincemmo in casa contro il Chelsea, il Chelsea segna con Kalou e festeggiò tanto. A fine partita mi venne a chiedere scusa per aver festeggiato così tanto. Poi, quando siamo andati lì dopo aver perso a Catania con una partita orribile, ed è la cosa che più avrebbe potuto aiutarmi a preparare la partita di Stamford Bridge. Quelli dell’Inter erano ragazzi di grande maturità. Era gente forte mentalmente, preparata per la battaglia. E’ stato facile motivare l’armata. Prima della partita, ho ricordato loro che quello era il mio stadio e che lì non avevo mai perso”.
Poi, Mourinho, ha continuato ancora: “A Kiev mi sono fatto male tirando un calcio a un lettino dei massaggi: facevo finta di niente, ma provavo un dolore della Madonna. Ero così arrabbiato all’intervallo perché non avevamo dato niente a livello di emozione da mettere nel gioco. Ho detto ai miei: ‘Non tornate in questo spogliatoio alla fine della partita piangendo o con la testa fra le mani, perché non avete fatto niente finora. Voglio che torniate qui morti, ma di stanchezza. Al di là del risultato. Dopo il pareggio, avevamo l’inerzia dalla nostra parte. A volte noi allenatori facciamo i fenomeni, ma a volte le cose succedono anche senza che noi facciamo troppo. Sono stati bravissimi i giocatori, con personalità. Potevo pressarli al limite, loro pressavano sempre. Come dice Materazzi, se fossi rimasto all’Inter altri 2-3 anni, avremmo vinto qualche altra Champions”.