Inter, per La Gazzetta dello Sport la squadra di Inzaghi sta vivendo una preoccupazione dovuta ai punti persi in classifica.
L’Inter al momento è seconda a 2 punti dal Milan, che pure aveva schiantato nel derby. Il problema in classifica, a cospetto di un percorso netto fuori casa, ci sono i 5 punti persi a San Siro tra Sassuolo e Bologna. Secondo la Rosea il pari contro i felsinei, dopo il doppio vantaggio iniziale, non è stato mandato giù in primis da Inzaghi, ma anche dai giocatori e dalla stessa società. Si sperava che il KO contro il Sassuolo avesse riportato i nerazzurri con i piedi per terra in campionato dove l’obiettivo è la seconda dtella.
L’Inter ha mostrato che con le rivali non di prima fascia, la squadra tende a mollare mentalmente. Così, pur trovandosi in entrambe le occasioni avanti, contro il Bologna addirittura di due gol, si è fatta riprendere. Concentrazione mentale che invece mostra quando affronta squadre come il Milan o come ha dimostrato saper fare settimana scorsa in Champions contro il Benfica.
Inter, per raggiungere l’obiettivo seconda stella non si può mollare mentalmente. Il turnover è fondamentale
Considerando l’ “era inzaghiana” in campionato l’Inter ha pagato in entrambe le stagioni di Serie A i troppi punti persi contro le medio piccole: 10 nella prima stagione, addirittura 21 lo scorso anno, stagione da 12 sconfitte in Serie A.
L’Inter deve essere meno aristocratica, ma a questo deve aggiungersi anche altro a iniziare dalla gestione delle rotazioni. Inzaghi, forse contando sul fatto che poi ci sarebbe stata la sosta per le nazionali, non ha cambiato alcun elemento dell’undici che aveva incantato in Champions League e seppur la squadra è partita a razzo contro la banda di Thiago Motta, poi si è spenta. Se è vero che in attacco, con l’infortunio di Arnautovic la coperta è corta, è anche vero che in pratica Inzaghi ha doppioni in ogni reparto, quindi si deve intraprendere un turnover scientifico, perché solo girando in ogni match almeno 16 giocatori si può pensare di poter lottare su tutti i fronti scendendo in campo ogni 3 giorni.