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Ausilio-Inter, il ds manda una bordata pesantissima a Lukaku. E su Lautaro, Skriniar e Marotta…

Romelu Lukaku

Inter, Ausilio parla del suo rapporto con il club nerazzurro. Un dirigente che è a Milano e all’Inter da tantissimi anni. Un dirigente che dopo tantissime critiche ricevute in anni bui, sta raccogliendo quanto seminato. Il ds dei nerazzurri, Piero Ausilio, ha parlato ai microfoni di Radio Serie A di tanti aspetti, a cominciare dai suoi inizi e dal suo approdo tra il board nerazzurro. Ecco le parole di Ausilio.

Sul momento più bello in nerazzurro: “Tanti momenti belli mi legano al settore giovanile, oltre a tanti trofei e titoli. La soddisfazione poi è veder crescere i ragazzi. Normale che ho vissuto tanti scudetti vicino alla dirigenza e ho dato il mio contributo soprattutto negli anni di Branca sono cresciuto al suo fianco. L’ultimo, quello di Conte, è quello che sento mio al 100%”.

Sull’acquisto più bello: “Sono tanti, storie belle e particolari. Quella di Lautaro è una storia particolare: era dell’Atletico e quando prendi un aereo sapendo che hai un 1% di possibilità di farcela… Sono stati quattro giorni pazzeschi. C’era una clausola che Lautaro non voleva esercitare perché era legato al suo club d’appartenenza. Ci fu grande lavoro di squadra, mi diede una grande mano Zanetti, c’era Milito come ds del Racing e un presidente durissimo. La sera ci fu una partita disastrosa per noi perché con una mano già stretta Lautaro fece tre gol e un rigore procurato contro l’Huracan. Ci costò qualcosa in più. Sono legato anche ai più estrosi, Balotelli non ha fatto la carriera che doveva fare per colpe sue ma mi legano ricordi bellissimi. La scoperta e la trattativa per dargli la possibilità. Se l’è giocata al 70% perché era veramente bravo. La più complicata? Sicuramente Lautaro ma ce ne sono altre. Strappare Pavard al Bayern non è stato facile, l’allenatore e il club non volevano privarsene. Ma di solito quello che sembra più scontata, un minuto prima succede qualcosa. L’acquisto saltato più clamoroso? Qualcuno meglio non ricordarlo… Faccio però il nome di una persona incredibile, Pierluigi Casiraghi, mio secondo padre sportivo che vedeva i giocatori bravi prima degli altri. Tornò con Fabregas visto a 16 anni, facemmo di tutto per prenderlo ma andò via dal Barcellona per andare all’Arsenal. Ricordo tanti altri che sono stati trattati e poi sono andati altrove”.

Sulla più grande delusione: “Delusioni ne hai più di una. E’ una delusione per come è finita, ma non voglio parlare di un giocatore che è di un’altra società. Mi piace guardare al futuro. Lukaku fa parte del passato dell’Inter, un passato che se devo pensare a cose belle mi viene in mente un meraviglioso scudetto, una bellissima plusvalenza e due finali perse”.

Su cosa è successo con Lukaku: “Preferisco non parlarne, dico solo che in tutte le cose servono educazione e rispetto. A un certo punto, sono venute a mancare. Tante operazioni non vanno in porto, ma se c’è voglia di dirsi le cose guardandosi in faccia non c’è problema. Se ci si nega al telefono o si parla attraverso altre persone, non corrette, è il momento di voltar facile. Per me è chiusa dall’8 luglio, sono stracontento di quanto arrivato dopo. La telefonata è una ‘leggenda’, c’è stata dopo tanti tentativi ma è durata poco. E’ stata decisa, ma educata, ferma. Sono leggende che si tramandano. Ho detto solo quel che pensavo”.

Sui casi Lukaku, Samardzic e Skriniar: “Non sono andate come si pensava ma sono tutte esperienze. Ho imparato qualcosa”.

Sugli interessi delle altre squadre: “E’ successo, dopo tanti anni… Non ho mai avuto la voglia di andar via. Ci sono stati contatti ma non siamo mai arrivati al punto della negoziazione. Fondamentalmente non ho mai pensato di lasciare un club così. E’ troppo difficile, ti legano troppe cose, al di là del blasone ma è la mia seconda famiglia. E’ diverso da altri ds. Arriverà un presidente che mi dirà che è giusto cambiare e potrò solo dire un grazie enorme”.

Su quando potrebbe avvenire l’addio al nerazzurro: “La pensione l’ho maturata (ride, ndr), non ho ancora l’età. Mi piace vivere ma non guardo tanto più in là. Sto benissimo e finché sto bene con Suning… Lavoro benissimo con Marotta, con Baccin. Abbiamo perso Samaden ma abbiamo cominciato con Tarantino. Ci sono segretari meravigliosi, ci sono grandi scout. Ti devi affidare a persone capaci e all’Inter ce ne sono tantissime”.

Sulla coppia Marotta-Ausilio: “Una bella coppia, c’è chimica. Marotta ha una grande qualità e ho potuto verificarla sul campo: delega e dà fiducia e io trasmetto questo alle persone che lavorano con me. Penso che sia intervenuto con un no un paio di volte perché magari conosceva aspetti caratteriali di cui non ero a conoscenza, ma ti lascia lavorare finché non si arriva al momento di decidere. Ci si confronta, ma è una grande fortuna e soprattutto permette al ds di fare il suo lavoro. Io ho bisogno di un amministratore delegato perché non ho tempo di dedicarmi agli altri ruoli, riesco a mantenere il focus su quello che è il mio lavoro, senza perdere energie in cose non mie”.