Inter, Marotta dice tutto. Il giorno dopo il grandissimo successo ottenuto contro il Napoli allo stadio Diego Armando Maradona, l’amministratore delegato nerazzurro, Beppe Marotta, ha parlato ai microfoni di Cronache di Spogliatoio. Il dirigente ha affrontato tantissimi temi sia personali che inerenti al mondo interista. Ecco le parole di Marotta.
Su Lautaro Martinez: “Lautaro è innanzitutto un bravissimo calciatore, ma anche un bravissimo papà. È un giocatore che ha dentro di sé dei valori importanti: ama l’Inter come l’Inter ama lui, questo è un bel concetto. Lui vuole rimanere e noi siamo contenti di tenercelo. Oggi è già una bandiera perché è il capitano della squadra. Se ti danno la fascia è perché c’è un pochino di differenza rispetto agli altri”.
Su Ronaldo alla Juventus: “È stato un bravissimo giocatore, lo è ancora e soprattutto è un grande campione. Il campione è quella persona che riesce a trasmettere delle convinzioni ai compagni. Lui era un po’ il leader della squadra, era quello più famoso e trascinava gli altri nella partita. Per cui era impegnativo, ma non mi faceva arrabbiare”.
Sul vestire sempre in giacca e cravatta: “Le ho messe per voi, siete degli ospiti importanti e quindi per un senso di ospitalità nella nostra casa era giusto accogliervi nel modo giusto (ride, ndr)”.
Sulle strade che ha avuto in carriera: “Avevo due strade che potevo seguire: o fare il dirigente o il giornalista. Nei primi sei mesi ho provato a fare tutte e due, e alla fine ho scelto di fare il dirigente, anche perché mi si è creata l’opportunità. Quando fai esperienza riesci a gestire meglio le situazioni. Io sono famoso perché spesso giro attorno alla domanda e non dico niente, questo è un modo andreottiano. Oppure raccontare bugie bianche, che però è politica”.
Su Skriniar: “Ci sono state delle divergenze, delle difficoltà tra lui e l’Inter. Questo ha portato alla rottura del rapporto di amicizia e di appartenenza che c’era tra noi. le strade si sono divise, lui è andato a Parigi e noi siamo andati avanti senza di lui. E direi bene”.
Sul miglior acquisto fatto a basso costo: “Ci sono molti esempi. Quello più recente è quello di un grandissimo professionista che giocato in Nazionale e che si chiama Matteo Darmian. È un ragazzo che Ausilio ed io abbiamo preso per pochissimi soldi e oggi invece è un giocatore che vale molto molto di più di quanto l’abbiamo pagato, è uno di quelli che stimo di più per la serietà che ha e per un’insieme di valori. Vi auguro di prenderlo come esempio, Matteo è un ragazzo che piano piano ha dimostrato il suo valore senza che i giornali e le televisioni gli abbiano dato tanto spazio”.
Sull’acquisto più complesso: “C’è un giocatore oggi che è alla Juve che si chiama Pogba. Era poco più grande di voi quando lo abbiamo preso ed è stata una trattativa molto complicata. Perché arrivata dallo United, non aveva firmato il rinnovo quindi c’erano tante squadre che lo volevano. Era difficile trattare il suo acquisto, è stato molto complesso”.
Su Zhang: “Zhang è giovane, bravo, ambizioso, ha voglia di fare il presidente dell’Inter. E quindi speriamo che rimanga, facciamo tutti il tifo per lui”.
Sull’intervista più complicata: “La prima volta che ho fatto un’intervista è stata un’apparizione a Bar Sport nel 1983 condotta dal mito di Carlo Sassi. Era la prima volta che affrontavo le telecamere e quell’intervista la uso per mostrare la differenza della comunicazione tra quegli anni e oggi, che può sempre migliorarsi”.
Sul futuro dopo il nerazzurro: “Nella vita c’è la possibilità di andare in pensione anche da più giovani, ed è giusto che ognuno segua le proprie passioni. Quando dico che dopo il calcio mi piacerebbe fare politica è perché a me piace occuparmi dei problemi dei ragazzi, in particolare nell’ambito dello sport. In Italia ancora abbiamo dei problemi, non ci sono strutture, i campi d’allenamento, gli spogliatoi non sono adeguati. Vorrei dedicarmi a fare queste cose per migliorare la qualità dello sport in Italia. È una cosa che faccio con passione e per il bene dei vostri fratelli più piccoli”.