Inter, Marotta parla della mancata proroga al decreto crescita. In casa nerazzurra, si pensa alla partita complicatissima di questa sera contro il Genoa. Intanto, stando all’attualità, la novità delle ultime ore è la mancata proroga del decreto crescita che vede le società doversi attrezzare e trovare nuove strategie nell’acquisto dei nuovi calciatori. Intervistato da Sky Sport, l’amministratore delegato nerazzurro, Beppe Marotta, ha parlato di questo punto. Ecco le parole di Marotta.
Sul mancato rinnovo del decreto crescita: “Nel momento in cui il calcio italiano sta risalendo la china nel ranking europeo, in cui tre squadre italiane sono state finaliste nelle tre più importanti competizioni europee, in cui due club italiano parteciperanno al Mondiale per Club, questa abolizione rappresenta un autogol per il mondo del calcio e per l’economia del Paese”.
Su quali saranno le conseguenze dell’assenza del decreto crescita: “L’agevolazione fiscale rappresentava uno strumento per facilitare l’ingresso in Italia di giocatori di chiaro interesse. Questo oggi rappresenta un handicap, ci sarà un impoverimento dal punto di vista della qualità del prodotto. Anche per l’indotto che riesce a produrre”.
Su cosa provocherà la mancata proroga: “Bisognerà trovare accorgimenti, ma non sarà facile. Il danno prodotto sarà irrimediabile, la competitività nostra nell’ambito europeo diminuirà e ne risentirà anche il fenomeno domestico. Quando i grandi club sono in difficoltà, anche i club piccoli e medi non hanno assolutamente vantaggi”.
Sul fatto che potrebbero cambiare le strategie dei club: “In linea di massima sì. Era uno strumento che facilitava l’ingresso in Italia di giocatori di chiaro interesse che potevano aumentare la qualità. Chiaro che la strategia sarà cambiata e bisognerà trovare dei rimedi”.
Sul fatto che questa scelta potrebbe avvantaggiare l’acquisto di calciatori italiani: “Assolutamente no, il prodotto italiano non era condizionato da questa agevolazione fiscale. Il fatto di avere giocatori di qualità permetteva ai nostri giovani di crescere in un contesto di grande spessore e quindi credo che il made in Italy rappresentato dalle nazionali non troverà nessun vantaggio da questa posizione”.