(Inter) Carta canta dice il proverbio, mai come in questo caso le carte spiegano la realtà delle cose. Con l’avvicinarsi della scadenza prevista per il rimborso del prestito ricevuto da Oaktree molti ritenevano possibile il passaggio di proprietà dell’Inter al fondo americano. Impossibile per Suning rimborsare i 350 milioni, possibile invece rifinanziare il prestito ma a tassi d’intesse altissimi.
Una esclusiva di Panorama chiarisce che si, Oaktree potrà escutere le quote del club nerazzurro avute in garanzia per il prestito ma non a costo zero come ritenuto fino ad oggi.
Le notizie sono tratte da un documento scaricabile dal sito della Camera di Commercio di Hong Kong.
“E’ stabilito che l’appropriazione dei beni dati in pegno debba essere obbligatoriamente preceduta da una stima “all’equo valore di mercato” (fair market value) dei predetti bene e che a seguito di essa, laddove il loro valore risultasse superiore all’ammontare del credito vantato da Oaktree, quest’ultimo dovrà rimborsare a Suning la parte eccedente il credito. Questa stima dovrà essere eseguita da un “appraiser”, ovvero un perito ed è inoltre previsto che la stima del perito non possa essere contestata dalle parti (se non per manifesto errore) e che essa debba avvenire utilizzando come riferimento o modello altre società che operano nello stesso settore di quella i cui beni sono costituiti in pegno”.
In soldoni, se come appare probabile la valutazione dell’Inter sarà di 1,2 miliardi di euro, considerando i 350 milioni del prestito ed i 750 milioni circa di debiti, Suning intascherebbe la differenza pari a circa 100 milioni. A cui vanno aggiunti i 125 milioni derivanti dal finanziamento ricevuto ma non spesi e tuttora in mano a Gran Tower, società del gruppo Suning che ha effettuato l’operazione Oaktree.
Ergo, gli Zhang si sono cautelati per ogni evenienza, chi pensava che all’Inter si potesse ripetere quanto successe al Milan di mr. Yonghong Li è servito.