Editoriale

Inter, chiusa la bocca a tutti, un gesto che vale quanto un gol

Ieri sera le telecamere non hanno inquadrato Galliani ogni tre per due. L’arzillo presidente non ha potuto offrire lo spettacolo che da decenni mette in scena ad ogni gol che i suoi (Milan o Monza non fa differenza) rifilano all’Inter, occhi fuori dalle orbite e urla selvagge.  No, ieri sera è stato 90 minuti più recupero intabarrato nel suo piumino accanto a Paolo Berlusconi, silenti e rattristiti dalla tempesta nerazzurra che si è abbattuta sull’U-Power Stadium, mica sempre può esserci Caldirola in modalità Van Basten

Se c’era un modo dirompente per chiudere il becco alla platea di cassazionisti che in settimana sui social o su prestigiose testate hanno fatto a gara per far conoscere la loro sentenza a proposito di Inter Verona, i ragazzi di Inzaghi l’hanno trovato. 2 a 0 in 12 minuti, primo tempo che poteva e doveva finire con almeno 4 palle nella porta di Sorrentino. Hanno sperato e poi inveito con il VAR reo di mostrare che l’anca e la spalla di Pessina erano oltre il corpo di Bastoni. A quel punto molti tra gli affabulatori delle regole hanno preferito buttarsi a capofitto sugli ultimi residui di panettone e ricciarelli, unico modo per andare a nanna con la bocca dolce.

Thuram a due facce

Fare elucubrazioni sui singoli dopo una partita come quella di Monza sembra superfluo, il 5 a 1 pare pure risicato, nessuno sotto il suo standard, un cioccolatino in più a mio avviso per Mkhitaryan, Pavard e De Vrij e un’unica annotazione su Thuram. Il francesone ci ha provato a mandarci la cena per traverso, tre palloni da sbattere dentro nel primo tempo finiti in curva o giù di li, maremma vigliacca (riassunto edulcorato) almeno la porta trovala figlio mio d’oltralpe. Poi però ti inventa un assist di tacco e un gol che sembra facile mettendo Caldirola chiappe a terra e allora… excuzet-moi Marcus.

Supercoppa preziosa

E ora si va in Arabia, la Supercoppa è quella cosa che negli ultimi due anni ci ha permesso di sopravvivere (anche a mister Inzaghi)  felici senza aver vinto niente di veramente importante. Quest’anno dentro il trofeo ci sono pure 8 milioni di euro che proprio schifo non farebbero e dunque si va per vincere non per pettinare i cammelli. Poi penseremo alla Viola, a quell’asterisco in classifica del recupero con l’Atalanta che per un mese ci spaccherà i marroni e soprattutto al 4 febbraio.

PS:  chi se la fosse persa può trovare sui social l’immagine di Lautaro che dopo la fine del match va a consolare ed abbracciare il portiere del Monza. L’Inter è anche questo, un gesto che conta più di un gol.