Marotta aveva parlato del cacciatore che insegue la lepre, Allegri della guardia che insegue i ladri. Battuta infelice, gaffe, provocazione?
Allegri non è fesso, poteva dire quella cosa in mille altri modi. Quella metafora non gli è scappata per l’ironia innata del livornese che pagherebbe di tasca sua pur di non rinunciare ad una battuta. Ne aveva bisogno come uno squillo di guerra, quella per agguantare il primo posto mentre l’Inter sarà in Arabia, quella per lanciare la volata in vista dello scontro frontale del 4 febbraio. Ma soprattutto la guerra sotterranea con quella parte della tifoseria bianconera che mal lo sopporta da anni.
Un modo molto mourinhano per compattare l’ambiente. Josè ci è campato anni con questi magheggi affabulatori, Allegri ci è arrivato con un po’ di ritardo ma lui mica è Special…
Il risultato comunque lo ha raggiunto, da oggi Allegri è il condottiero che ha avuto il coraggio di dire le cose come stanno senza paura e di porsi a capo della schiera dei generali che gli avevano spesso rimproverato la contraddittorietà del corto muso con la qualità della rosa a disposizione e con lo stipendio percepito. Oggi le truppe bianconere sono unite sotto l’egida del mister, i vari opinionisti bianconeri sono pronti a fare da megafono per riunire nell’esercito tutti i fuoriusciti. Tutto per alzare i toni e la pressione in vista del big match di San Siro.
L’Inter fa bene a non rispondere, per quanto se ne sappia l’ironia non è nel patrimonio genetico dei cinesi, dediti a faccende ben più concrete. Non lo fecero quando lo stesso Allegri lo scorso anno si lanciò in una profezia ben più pesante nei toni (“tanto arrivate sesti, me**e”). Fu il tempo a fare giustizia. Confucio era cinese, magari era pure interista, a fine stagione il cadavere di Allegri passò lungo il fiume, Zhang e Marotta seduti sulla sponda lo guardarono e sorrisero.
Hai voglia a dirgli che la cronaca di questi giorni consiglia di non avventarsi in dichiarazioni che radicalizzano lo scontro, hai voglia a fargli presente che il calcio italiano di tutto ha bisogno fuorchè di taniche di benzina lanciate sulle fiamme.
Tempo perso, per Allegri e la sua truppa il non fallo di Bastoni con il Verona basta e avanza per coprire e rivoltare la storia degli ultimi decenni.
“Il mondo al contrario “del generale Vannacci ha fatto successo, quando uscirà la seconda edizione una paginetta dedicata al simpatico tecnico livornese ci starebbe tutta.