Sul fatto di poter andare in Arabia Saudita: “No, perché stando all’Inter ho avuto richieste di grandi club europei ma si mettono sulla bilancia altre cose rispetto al lato economico. Ci sono cose che vanno al di là di questo e per me l’Inter è stata una famiglia, questione di sentimenti”.
Sul Mondiale vinto dall’Argentina: “Il libro che ho scritto è nato il Qatar, quando ci siamo abbracciati in famiglia per la vittoria della Coppa del Mondo. Questa unione tra il sentire l’Argentina e l’Italia è al centro di questo libro”.
Su Italia ’90: “Avevo 17 anni e già respiravo l’aria del calcio, non mi perdevo una partita, l’inno della Giannini la più bella. L’Argentina è partita male ma poi siamo arrivati alla partita con l’Italia ed era una squadra fortissima e aveva il rimpianto di non aver vinto il Mondiale in casa sua”.
Su Messi: “Chi ama il calcio ama lui per il modo che ha di amare il calcio, non è costruito, la sua essenza è il calcio e si vede in ogni cosa che fa”.
Sugli argentini in Italia: “Balbo, Sensini, Simeone, prima c’era Maradona. Tantissimi argentini hanno giocato in Italia. In comune abbiamo la passione e il modo di vivere il calcio. Dopo che sono arrivato in Italia ho capito che siamo due popoli molto simili”.
Su Inter-Juventus: “Scarichi meno ora perché in campo non puoi fare niente, quando giocavi scaricavi correndo e facendo . Una partita importante, come tante altre, in un campionato equilibrato. Arriviamo bene entrambi a questo appuntamento. La risposta la dà il campo. Prepariamo questa partita come prepariamo le altre. Anche da calciatore, prima di queste partite dormivo. Se fai tutto quello che devi fare in settimana per queste partite sei pronto e ti manca solo di giocare la partita”.
Su chi non dormiva prima di gare importanti: “Simeone era uno che non dormiva e in panchina non sta un attimo fermo. Tra poco ci incontriamo con l’Atletico in Champions. Per lui sarà una bella sorpresa, torna a San Siro per la prima volta contro l’Inter e sapendo come sente le partite avrà una grande emozione”.