Come volevasi dimostrare con il Genoa c’è stato da soffrire ma alla fine la sostanza è una sola: 15 punti di vantaggio e tutti a casa alè. Le grandi squadre sono quelle che portano a casa la pagnotta anche quando non è possibile vincere di goleada, quando si riesce ad essere brutti sporchi e cattivi non potendo essere belli come il sole. Qualcuno è deluso? Noi no (cit.Claudio Baglioni).
Che poi proprio brutti non sono stati i ragazzi di Inzaghi neanche ieri sera con il Genoa. Il gioco non è stato entusiasmante ma le occasioni da gol non sono mancate . Dimarco, Barella e Mkitharyan nel primo tempo, Arnautovic. Il Genoa nel primo tempo poteva passare in vantaggio con il colpo di testa di Retegui ed il tap in mancato da Gudmunsson ma dopo il gol di Vasquez ad inizio ripresa Sommer si annoia fino al fischio finale.
Il gol di Asllani (terzo assist di Sanchez in tre partite) arriva quando entra la Curva e parte il canto degli interisti e fa felici tutti, è la conferma che il ragazzo cresce bene. Poi il Nino stesso scaraventa in rete un rigore concesso con grande generosità dall’arbitro (che va pure a rivederlo al VAR). Tutti quelli che da ieri sera si rovinano le corde vocali per gridare allo scandalo pensino una sola cosa: a fine serata, senza quel rigore, i punti di vantaggio magari potevano essere 13 invece di 15. Sarebbe cambiato qualcosa? I rigori di Ayroldi non valgono 14 punti quindi lor signori ci facciano capire le ragioni vere delle loro proteste. Se non ci riescono meglio la voce del silenzio (cit.Andrea Bocelli).
Oggi si parla di Inter che umilia la concorrenza, oggi l’Inter è paragonata alla Red Bull. Inzaghi si toglie i sassolini dalla scarpa, ricorda che ad agosto si parlava di una 500 scassata e che la Red Bull del campionato nasce solo grazie al lavoro ed alla passione dei ragazzi, della società, dei tifosi. Il mister ha ragione, li passeracci so’diventati usignoli (cit A.Venditti) alla faccia di tutti, non lo dice ma dentro di sè sa che questa trasformazione è da ascrivere soprattutto alla sua pazienza e alla sua capacità di far passare per ordinario qualcosa di straordinario. Non sbaglia più una virgola neanche davanti ai microfoni, chi lo considerava un mezz’uomo è servito.
Bologna, Atletico Madrid e Napoli, per iniziare a cantare è qui la festa aspettiamo queste tre, Jovanotti può attendere. Per adesso accontentiamoci di intonare e se ne va, la capolista se ne va e attacchiamoci alla scaramanzia: l’Inter nasce nel 1908, la prima stella arriva nel 1966, 58 anni dopo. Quanti anni sono passati dal ’66?