Inter, fine dell’allucinazione collettiva europea. E le “responsabilità” sono tutte di Inzaghi
Alla fine il cammino europeo dell’Inter si è arrestato agli ottavi di finale contro l’Atletico Madrid. Una partita in cui i nerazzurri non sono riusciti a gestire il doppio vantaggio – considerando anche l’1-0 dell’andata – e si sono fatti mettere sotto da un’Atletico che, specie nel secondo tempo, ha strameritato il passaggio del turno. Questione di dettagli – si vedano le occasioni sprecate -, questione di se e di ma – se Griezmann non avesse pareggiato subito dopo il gol di Dimarco, i nerazzurri avrebbero passato il turno? Ovviamente tutto questo vale quanto una moneta da 3 euro, praticamente nulla. Pertanto, bisogna fare un bilancio sul cammino europeo nerazzurro e sullo stato dell’arte della squadra di Inzaghi a certi livelli.
Sicuramente, l’obiettivo principale e conclamato da dirigenza, giocatori e tecnico è la seconda stella. La conquista del ventesimo scudetto è oramai un sogno da conquistare da due anni e adesso, però, va concretizzato l’enorme vantaggio creato in classifica. Poi c’è il cammino in Champions. I nerazzurri – mi perdoneranno i lettori per il termine forse un po’ affrettato e forse anche un po’ naif – hanno un po’ snobbato un girone in cui il passaggio al primo posto sembrava, sulla carta, essere a portata di mano. Demeriti di Lautaro e co, ma anche grandi meriti alla Real Sociedad che, forse, almeno fino ad ora, è stata la squadra che più di tutte ha messo in difficoltà i nerazzurri.
L’urna di Nyon ha regalato un avversario tosto, per caratteristiche, come l’Atletico Madrid. L’esito, come detto anche sopra, lo sappiamo tutti. Quello che stride, però, con il risultato è una certa narrazione fatta ANCHE dall’ambiente nerazzurro sul valore della rosa di Inzaghi. Da tempo, infatti, si sente dire che i nerazzurri siano la squadra più forte d’Europa dopo City e Real Madrid. E, a mio avviso, mai valutazione fu più falsa. Tempo fa, ospite in una radio, commentai il cammino in Champions dei nerazzurri dicendo che il gran lavoro fatto da Simone Inzaghi – anche nel momento della tempesta dello scorso anno – ha creato una sorta di allucinazione collettiva sull’Inter.
I nerazzurri non hanno minimamente il valore della rosa delle big d’Europa. Poi, certo, se non sei più forte devi essere più bravo del tuo avversario se vuoi andare più avanti possibile. Ma questo è un altro discorso e, aldilà di ciò, una sconfitta rimane una sconfitta. Se guardiamo al cammino in Champions da quando Inzaghi è seduto sulla panchina interista, i nerazzurri sono usciti agli ottavi di Champions contro Liverpool e Atletico Madrid. Mentre, nella passata stagione, dopo essere riusciti a passare in un girone di ferro con Bayern Monaco e Barcellona, i nerazzurri sono arrivati fino in fondo uscendo sconfitti in finale contro il Manchester City. Quindi, da quando i nerazzurri sono riusciti ad accedere agli ottavi, non sono mai riusciti ad eliminare una big europea – il percorso dell’anno scorso è avvenuto contro squadre che non avevano di certo l’organico nerazzurro, anche se, ovviamente, il passaggio dei vari turni non era scontato.
Questo per dire cosa? Come anticipato, il gran lavoro fatto da Inzaghi ha un po’ gettato fumo negli occhi a tanti. La squadra nerazzurra è riuscita grazie al gioco e alla sua grande organizzazione ad arrivare a grandi soddisfazioni in Europa, talvolta insperate. Si è parlato di Calhanoglu come primo regista al mondo, di Lautaro come miglior centravanti e di tanti altri paragoni e considerazioni affrettate. Ovviamente, i due sopra nominati, così come altri, sono elementi dal valore elevatissimo. Ma per arrivare ai primissimi livelli, manca ancora un passo da fare. Passo che, in questi anni, è sembrato essere stato raggiunto grazie al lavoro del tecnico sotto tanti aspetti. Così come mancano una serie di ricambi di livello che possano essere reali co-titolari – sinceramente, in Europa, se si considerano tali elementi come i vari Klaassen, Asllani, Sanchez o Arnautovic (per motivi diversi per ognuno), c’è da pensare.
Da questa, come dalle altre eliminazioni, bisogna trarre il buono e capire gli errori sui particolari che sono mancati. Onore all’Atletico Madrid, ma orgoglio Inter per quanto fatto nell’intero percorso da Spalletti in poi. Adesso, dopo aver alzato al cielo la Supercoppa, il prossimo obiettivo sembra essere dietro l’angolo. Una vecchia canzone, recitava: “Seconda stella a destra, questo è il cammino”. E non potrà esserci un arrivo più dolce. I tifosi nerazzurri – ma di questo tutti ne sono certi – devono essere orgogliosi di questa squadra per quanto fatto in questa stagione non solo a livello di risultati. La sofferenza per la sconfitta, potrà diventare un dolce risveglio per la vittoria di domani – con tutti gli scongiuri del caso.