La peggior partita dell’Inter nella stagione, quasi tutti in campo sotto il loro standard, qualificazione dell’Atletico meritata.
La peggior partita dell’Inter nella stagione, quasi tutti in campo sotto il loro standard, qualificazione persa per un capello.
Due letture dello stesso fatto entrambe corrette che spiegano quanto il calcio alla fine sia una somma di episodi da leggere con mille sfumature diverse.
La partita del Wanda Metropolitano lascia l’amaro in bocca per la qualificazione sfumata e per come è maturata l’esclusione.
I fatti parlano chiaro:
In queste ore c’è già chi vorrebbe buttar via il bambino insieme all’acqua sporca. Miopia pura o, peggio, malafede.
Il ruolino di marcia 2023-24 fino a Madrid parlava di 38 partite, 1 sconfitta con il Sassuolo, 1 con il Bologna ai supplementari in Coppa Italia, cammino che ha aperto la strada a speranze troppo facilmente trasformatesi in sogni e/o discorsi privi di logica. Questa Inter poteva passare il turno con l’Atletico ma metterla sullo stesso piano di Real e City era fantascienza pura. Troppa ancora la differenza tra le rose e le quantità di talento a disposizione di Inzaghi, Guardiola e Ancelotti.
Occorre essere realisti, in Italia i 16 punti di vantaggio sono frutto della straordinaria capacità del mister e della dirigenza di assemblare una squadra vincente pur con risorse risicate ma anche e del livello mediocre del calcio nazionale che permette all’Inter di risplendere di luce accecante. All’estero però non basta, quando il livello si alza i nodi vengono al pettine, inesorabilmente. Valga un esempio per tutti: Simeone ieri sera a 10 dalla fine ha tolto Morata e buttato dentro Depay, 30 anni, integro, quasi 200 gol tra squadre di club e nazionale olandese. Depay ha dato la svolta decisiva alla partita, Alexis Sanchez su questi scenari dominava 10 anni fa, oggi è un buon comprimario niente di più.
Al rientro dalla Spagna servirà riordinare le idee per evitare contraccolpi domenica contro il Napoli. C’è da finire un lavoro nel migliore dei modi, la Champions ha detto che nonostante tutto l’Inter c’è ma era lo scudetto l’obbiettivo di inizio stagione.
La seconda stella è lì, attende solo di essere di essere messa al sicuro.
Poi c’è chi è impegnato con altri tipi di stellette, a loro vada il sorriso di tutti gli interisti.