Editoriale

Inter, bilancio e sentenza Acerbi, saltano i nervi

Il Cda dell’Inter approva la prima semestrale della stagione in corso: utile di 22 milioni di euro, ricavi i aumento del 35%.

Francesco Acerbi assolto dalla Procura federale dall’accusa di aver rivolto frasi razziste a Juan Jesus.

Una giornata di sole per gli interisti nonostante la pioggia incombente su tutta Italia.

La sentenza basta più

Grandina invece sulle redazioni e sui gruppi social che hanno speso questi giorni di sosta impugnando io bazooka contro il club nerazzurro,  Acerbi degno di squalifica per 10 giornate, Zhang costretto a vendere al primo che passa oppresso dai debiti e dalle sentenze, Suning alle strette per onorare il debito con Oaktree.

Il direttore di Sky Sport è intervenuto con parole molto accalorate per non dire scandalizzate sulla sentenza Acerbi. Le sentenze si rispettano ma questo non può bastare, gli sportivi devono chiedere qualcosa in più, devono pretendere di sapere come si è svolta l’indagine, devono capire perché la sentenza parla di una offesa che c’è stata ma che non è stata punita perché nessuno ha provato essere di stampo razzista. Questo in sintesi il Ferri pensiero.

Si voleva il sangue del reo

Quindi per questi paladini della giustizia non bastano più neanche le sentenze, adesso occorre che i giudici facciano l’analisi logica dei loro giudicati, non basta dire che non c’è nessuna prova che Acerbi abbia proferito frasi razziste, il processo era già stato fatto dall’opinione pubblica, il sangue del reo doveva correre.

Il Napoli dal canto suo di dichiara “basito” per la mancata squalifica pur in assenza dei pur minimi elementi in grado di fornire elementi gravi, precisi e concordanti sulla colpevolezza del nerazzurro. Anche per loro Acerbi era da condannare a prescindere e chi se ne frega delle prove.

“Io non ci sto” urlò a bassa voce nel novembre del 1993 il Presidente Scalfaro quando il sistema costituzionale sembrava crollare sotto il peso degli scandali.

Lo stesso “non ci sto” dovrebbero urlare con ferma pacatezza i vertici del  club nerazzurro di fronte a queste reazioni prive di ogni fondamento giuridico che diventano esse stesse aggressione al sistema, aggressione all’uomo ed al giocatore assolto, alla sua società, alla sua famiglia, alla sua onorabilità.

Cosa c’è da onorare

L’Inter e la sua proprietà  da onorare hanno solo i debiti, tutti lo sanno, tutti lo sappiamo. Ma avere debiti non è reato altrimenti mezza Italia sarebbe in galera.

Per tutti gli altri da onorare ci sono le sentenze,  il nome dell’Inter e  la sua storia rispetto alle quali tutti devono sciacquarsi la bocca.

Assolto è una parola difficile da trovare nei vocabolari di altri club.

Utile di bilancio (anche se parziale) pure.

A chi non bastano le sentenze dei giudici naturali resta sempre la corte di Forum.

A chi sperava nello sprofondo nerazzurro, quando tornate a casa stasera fate una carezza ai vostri figli e dite loro che questa è la carezza di Zhang, Marotta, Ausilio e Acerbi…