Inter, Moratti euforico dopo la seconda stella. E che stoccate a Juventus e Milan!
Inter, Moratti parla dopo la vittoria della seconda stella. Un momento indimenticabile la vittoria di ieri contro il Milan che è coinciso con la conquista del ventesimo scudetto e della seconda stella. Un evento unico che i tifosi nerazzurri ricorderanno per sempre. Oggi, a proposito di tifosi, l’ex presidente interista, Massimo Moratti, ha parlato delle emozioni di questa vittoria a La Gazzetta dello Sport, non mancando di lanciare una frecciata a Juventus e Milan.
Sulla stella conquistata: “La prima stella è arrivata in un momento di grandi vittorie, in quei giorni avevamo vinto da pochi mesi l’Intercontinentale e perso la semifinale di coppa campioni contro il Real Madrid. Alzare trofei era abbastanza un’abitudine, anche se resta un’emozione meravigliosa”.
Sull’aver conquistato la seconda stella 58 anni dopo la prima: “Vero che al tempo eravamo i più forti, ma ci sono dei cicli e vincere dieci scudetti non è facile. Se poi non ci fosse stata la Juve ci saremmo arrivati prima”.
Sul miglior ricordo della prima stella: “Avevo un affetto speciale per Mario Corso, persona squisita e molto legata alla nostra famiglia. Oltre che calciatore straordinario. In quel campionato poi Facchetti segnò 10 reti, quasi tutte in partite importanti. Col Cipe poi si creò un rapporto ancora più speciale. Un vero amico che mi manca ancora tanto”.
Sul paragone tra questa squadra e la Grande Inter: “Per come sta in campo, questa Inter è abbastanza unica. Ti diverte sempre, non regala un calcio lento e noioso come fanno altre. Anche se un paragone tra epoche così lontane è impossibile, tanto che non ne ho mai fatti nemmeno tra i singoli giocatori di allora e di oggi, quello di Herrera per certi versi era il calcio più bello del mondo. Andava in porta con tre passaggi…”.
Su chi dice che gli scudetti sono 19: “Che senza tutto quello che sappiamo saremmo già a quota venticinque”.
Sull’aver vinto la seconda stella nel derby: “Il derby è sempre una partita speciale. E il match dell’andata aveva insegnato che se l’Inter gioca da Inter non c’è partita”.
Sulla stagione dei nerazzurri: “Molto positivo. La seconda stella al termine di un campionato dominato mitiga la delusione della Champions, competizione crudele in cui si può andar fuori per un nulla. Delusioni che bisogna accettare. Pensi al City che col Real ha attaccato per 120 minuti ed è uscito…”.
Sulle emozioni per aver conquistato al seconda stella: “Essendo una somma di scudetti, mi fa piacere aver contribuito”.
Sull’uomo simbolo della seconda stella: “Barella. Forse anche perché è il primo che viene in mente, essendo ovunque in campo. Ma è davvero di tutti, di Dimarco che è l’interismo fatto persona, di Calhanoglu e Mkhitaryan che hanno fatto una stagione stupenda, di Lautaro che è una forza della natura”.
Sulle cose in comune tra Inzaghi ed Herrera: “Praticamente nulla. Inzaghi ha qualità tutte sue che gli permettono di far giocare bene la squadra e di tenere unito lo spogliatoio. Herrera era un vulcano”.