Inter, Zanetti parla dello scudetto vinto. In casa nerazzurra l’euforia è tanta dopo la vittoria del tricolore. Un obiettivo puntato fin da inizio ritiro e centrato alla grande. Di questo e di tanto altro, ai microfoni di Radio Serie A, ha parlato il vice-presidente nerazzurro, Javier Zanetti. Ecco le sue parole.
Sull’interismo di Inzaghi: “E’ entrato nel cuore dei tifosi perché trasmette la sua calma. Qualcuno poi magari si arrabbia per una sostituzione o per un risultato, ma lui è innamorato della famiglia dell’Inter. Ad Appiano è sempre sorridente, questo vuol dire tanto”.
Sul paragone con Mourinho: “Sono persone molto diverse, ma due grandi condottieri che portano alla vittoria alla loro maniera. Simone ci porterà a tanti successi, perché non siamo neanche a metà del ciclo. Mi auguro di vederlo per tanto tempo alla guida dell’Inter. Ormai ci conosciamo, sappiamo tutti come la pensiamo e vedendo i risultati e spirito di squadra dà tanta tranquillità guardando al futuro”.
Sul suo volto da scudetto: “Ce ne sono tante. Lautaro quando fa gol si trasforma, non sembra lui, dimostra quanta voglia c’era di arrivare a questo momento”.
Sulla sorpresa della stagione: “Thuram che si è adattato così bene fin dall’inizio. Ha trovato sintonia con Lauti, non era semplice per un attaccante che arrivava da un calcio completamente diverso. Lo ha fatto fin dall’inizio e lo vedevi sorridente, felice. Anche Pavard, che magari ha più esperienza, come Sommer o Frattesi che ogni volta che entrava ha dato il suo contributo. Vedere esplodere San Siro dopo la partita col Verona è stato uno dei momenti in cui ci siamo detti di essere molto vicini. Sapevamo ciò che i nuovi potessero dare in campo, ma abbiamo visto anche ciò che hanno dato fuori dal campo”.
Sulla sintonia Lautaro-Thuram: “Ci ha sorpreso tutti, è nata fin da subito. Avendo tutti e due diverse caratteristiche si sono trovati subito. E si sono trovati anche fuori dal campo, sono sempre insieme. Così funziona meglio anche in campo”.
Su Sommer: “Mi dispiace sia stato valutato così in quel momento. Dà grandissima sicurezza, è molto serio e professionale. Ci fa piacere avere giocatori così in rosa. Delle volte si giudica senza entrare nel profondo e senza conoscere le persone. Spinelli, il preparatore, è un grande tifoso interista. Mi ha detto ‘non sai quanto sono felice, potrei smettere adesso’. Voleva l’opportunità di lavorare con noi, era il suo sogno. Ha fatto un grandissimo lavoro”.
Su Calhanoglu: “Grandissima personalità, è un trascinatore. Meritava di vincere il campionato in questa maniera”.
Su Mkhitaryan: “Il cervello della squadra, non bisogna spiegargli nulla. E’ sempre generoso con i compagni”.
Su Barella: “Ha fatto un campionato straordinario, da leader e trascinatore. Si è messo sempre al servizio dei compagni”.
Su Dimarco: “Ha realizzato il sogno da bambino. E’ cresciuto con noi, poi è andato via ed è tornato uomo. Si è visto l’interismo che ha dentro, quanto tenesse a vincere con questa maglia”.
Sull’interismo che ha fatto la differenza: “Tantissimo. Si è visto nei festeggiamenti, si è creata una cosa unica tra società, calciatori e tifosi. Eravamo una cosa unica, è la chiave per vincere qualcosa di importante”.
Sul perdono a Lukaku: “Noi ci siamo rimasti male soprattutto per la tempistica e perché non è stato chiaro dall’inizio. E’ andata così, ma gli auguro una grande carriera”.
Su Dzeko che avrebbe meritato questo scudetto: “Sì, perché ha sempre dimostrato grande affetto nei confronti dell’Inter e gli piaceva stare in questa famiglia. Sarebbe stato tra i più contenti”.
Sulla cosa migliore fatta dalla dirigenza: “I principali protagonisti sono il mister e i giocatori, noi abbiamo costruito anche una squadra fuori nella quale ognuno ha messo le sue competenze al servizio del gruppo. I giocatori hanno visto sempre la nostra presenza, a prescindere dai momenti”.
Sulla cosa migliore che gli è riuscita: “Io sono felice di far parte di questo gruppo. Essere presente sempre mi fa grandissimo piacere e poter contribuire con la mia esperienza a trasmettere l’interismo. I ragazzi e il mister sanno che io ci sono sempre”.
Su come gestire la situazione con un presidente lontano: “Con grande chiarezza e con una strategia chiara, mettendo poi a disposizione del mister giocatori che possano essere funzionali. E’ stato difficile, ma ci siamo messi alla prova. E’ stata una grande sfida”.
Sulla mancanza del presidente: “Solo fisicamente, perché siamo sempre in contatto. Lui ci teneva tantissimo ad essere qui, non ha potuto, ma lo abbiamo visto felicissimo”.
Sulla Marotta League: “Fa ridere quando vedi che c’è una squadra che ha dominato il campionato dall’inizio alla fine. C’è poco da dire”.
Sui prossimi passi da fare: “Mantenere l’atteggiamento e provare a capire se ci sono opportunità per rinforzare la rosa. Dall’inizio anno l’obiettivo sarà vincere il campionato, andare più avanti in Champions e ci sarà anche il Mondiale per club. Servirà una rosa ampia”.
Sulla sua adolescenza e i problemi da affrontare: “In tutti i momenti così emotivi la mia testa va a quel bambino che ero. Sentire il boato della gente a 50 anni mi fa emozionare come quando giocavo. I tifosi erano così felici da trasmettere grandi emozioni”.
Su quando ha rischiato di smettere. “In realtà avevo smesso, perché è arrivata la prima delusione nell’Independiente, la squadra che tifavo da bambino. Tornai a casa piangendo, non potevo neanche cercarmi un’altra squadra perché stava chiudendo il mercato. Si presentò l’opportunità di lavorare con mio padre, lui mi chiese cosa avrei voluto fare da grande. “Vorrei giocare a calcio”, gli dissi. “Perché non ci riprovi?”, mi risposte. Lo feci e arrivò la grande opportunità. Ci sono cose che dovevano succedere per mettermi alla prova. Ho visto i sacrifici che faceva mio padre, senza quello non viene fuori nulla. In tanti pensano che sia tutto dovuto, non vogliono aspettare. La vita è tutto il contrario”.
Sul voler costruire un ciclo: “L’intenzione è che la squadra rimanga tale e che non vada via nessuno. Vediamo in questi ragazzi la voglia di continuare, siamo felici perché c’è una base molto forte. Se poi si presenteranno delle opportunità per migliorare la squadra lo faremo volentieri, restando nei nostri parametri”.
Su Zirkzee: “Parliamo di un grandissimo giocatore, giovane, talentuoso e forte fisicamente. Servirebbe a qualsiasi squadra che lotta per obiettivi importanti. Vediamo se si presenterà questa opportunità, magari un pensierino potremmo farlo. Lui con Thuram e Lautaro sarebbero tre attaccanti forti e molto giovani”.
Sui rinnovi di Lautaro e Barella: “Rinnoveranno sicuramente. C’è questa predisposizione da parte loro e da parte nostra di continuare insieme”.
Sulla Champions League. “La Champions è difficilissima, è una competizione di dettagli. Bisogna avere grande rispetto delle altre, ma possiamo dire che ce la giochiamo, visto come è andata con il City e anche con l’Atletico. L’anno prossimo proveremo ad arrivare in alto”.
Sulla partita contro l’Atletico Madrid: “Dispiace. Per come è finita e per le occasioni non sfruttate. Avevamo le nostre chance, ma ci riproveremo. Con questo gruppo non abbiamo paura di nessuno”.
Su come pianificare il Mondiale per Club: “In maniera importante. Sarà prestigiosa come competizione, con tante squadre importanti. Vogliamo essere protagonisti: sarebbe bello arrivare alle fasi finali. Sarà un’estate impegnativa, ma quando sei dentro sei sempre molto contento”.
Sul sogno da realizzare: “Il prossimo di sicuro è continuare con le vittorie importanti dell’Inter e poter alzare una Champions da vicepresidente. Non posso immaginare cosa potrebbe succedere, i nostri tifosi sono fantastici”.