Inter snobbata: ‘Vado a Liverpool’ | Marotta se lo fa scappare dalle mani
La dirigenza viene a saperlo così: il pupillo di Inzaghi lascia tutti senza parole e si trasferisce in Premier. Ora si cerca il sostituto.
La storia di Marco Brescianini insegna che il vecchio detto “non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco” è sempre attuale. Basti pensare, infatti, che il centrocampista ex Milan e Frosinone sembrava aver completato l’iter per trasferirsi al Napoli. Poi l’Atalanta dei Percassi lo ha letteralmente scippato dalle visite mediche, portandolo a Bergamo. Nella squadra di Gian Piero Gasperini ha dimostrato subito il suo grande spessore, segnando una doppietta nel primo match di campionato disputato contro il Lecce in Puglia.
Da ciò, le società italiane, in modo particolare, dovrebbero imparare che, per chiudere una trattativa, finché non c’è nero su bianco, non bisogna mai cantar vittoria. Lo stesso Paulo Dybala, che sembrava in procinto di lasciare definitivamente la Roma per andare in Arabia Saudita, ha poi fatto una scelta di cuore. Pochi romantici si aspettavano ciò: restare nella Capitale e rifiutare ben 75 milioni di euro. Una pazzia, direbbero in molti?
Possiamo chiamarla in mille modi, ma sicuramente dimostra l’attaccamento alla tifoseria, alla città e, soprattutto, alla maglia, un concetto che negli ultimi tempi sembra quasi essere tramontato. Sarebbe il caso di dire, quindi, che, in questi ultimi giorni di mercato, molte società italiane dovrebbero ben guardarsi dalle prossime trattative. Infatti, sia guardando al mercato in entrata che a quello in uscita, bisogna letteralmente muoversi, perché non è detto che si possa approfittare di colpi low cost nelle ultime ore di mercato.
È vero, però, che, sebbene la data di scadenza delle trattative sia fissata per il 30 agosto alle ore 23:59, il mercato degli svincolati non chiude mai. Tra questi sarebbe il caso di parlare di Juan Cuadrado. Il terzino colombiano che nell’ultima stagione, seppur per poche partite a causa degli infortuni, ha vestito per la prima volta la maglia nerazzurra dell’Inter. Questo calciatore sembrava essere corteggiato da due squadre che lo hanno letteralmente lanciato nel calcio che conta, come Udinese e Lecce.
Palacios per rinforzare la retroguardia
Ora, però, sarebbe opportuno parlare dell’Inter che, dopo il pareggio contro il Genoa nella prima partita di campionato, di certo non può ritenersi una squadra completa per fare il bis del secondo anno consecutivo in Italia e ben figurare in Champions League e Coppa Italia. Cosa manca, quindi, alla società nerazzurra affinché si possa compiere un passo in più verso il successo? Sicuramente, fare altri investimenti per portare giovani calciatori e meno giovani a vestire la maglia nerazzurra in modo migliore. Il presidente, Beppe Marotta, non vuole di certo scontentare il suo tecnico Simone Inzaghi.
Ora, con Palacios che sembra pronto a vestire la maglia dell’Inter e giungere alla Pinetina, sembrerebbe il caso di dire che con un solo difensore non possono ritenersi chiuse tutte le altre trattative per i campioni d’Italia. Infatti, in modo specifico, sarebbe opportuno evidenziare come anche il centrocampo potrebbe richiedere delle manutenzioni, soprattutto se guardiamo ai parametri zero. C’è un calciatore che fino all’ultima stagione ha militato nella Juventus con grandi risultati e a grandi livelli.
Marotta se lo lascia sfuggire: Rabiot vola in Premier
Parliamo del francese Adrien Rabiot che, reduce anche dagli Europei di calcio, si ritrova ancora senza squadra. L’Inter, che sembrava essere vicina a ingaggiarlo senza pagare nessun tipo di cartellino, così come solito fare Marotta con i suoi colpi ideali, ora sembra vedere sempre più lontana la pista italiana per lui. Sembra essere più viva la strada che porta alla Premier League.
In modo particolare, su di lui potrebbe esserci l’interesse del Liverpool, che farebbe faville per averlo in squadra, soprattutto considerando la linea mediana che deve essere assolutamente ritoccata. Il Bayern Monaco, invece, resta alla porta, per eventuali inserimenti. Per Marotta, quindi, c’è da fare marcia indietro.