Il Milan vince 1-2 contro l’Inter e conquista il Derby valido per la quinta giornata di campionato. Brutta prestazione da parte dei nerazzurri, che vengono sorpresi dall’intensità e la compattezza dei rossoneri che aprono la partita al 10′ con Pulisic. Dimarco illude al 27′ ma il gol vittoria è di Matteo Gabbia che di testa all’89’ regala la Stracittadina alla squadra di Fonseca.
La variante principale che incuriosiva di più era il cambio tattico operato da Fonseca per il Milan, schierato con un 4-2-4 molto offensivo con Leao e Pulisic ad agire come ali d’attacco e Morata ed Abraham come coppia di centravanti.
In verità i rossoneri mantengono il 4-2-3-1 ma con un atteggiamento molto più compatto e lineare rispetto alle precedenti uscite stagionali, e con Morata ad agire da trequartista dietro ad Abraham come unica punta. La posizione del giocatore spagnolo oltre a sfruttarne le caratteristiche di rapidità, aiuta il Milan nella rifinitura tecnica nella trequarti dell’Inter e soprattutto a schermare la regia di Hakan Calhanoglu. Inter che viene piuttosto sorpresa dall’atteggiamento molto aggressivo del Milan, con la squadra di Inzaghi che mostra fragilità nelle palle perse a centrocampo e poco equilibrio, dove i rossoneri possono scaricare la loro velocità e talento offensivi. La squadra di Fonseca ha almeno due situazioni d’attacco simili in percussione centrale (con Pulisic e Reijnders) nei primi minuti e al 10 trova il gol del vantaggio. Dormita di Mkhitaryan in mezzo al campo, con l’armeno che si fa soffiare il pallone da Pulisic. L’ala americana del Milan taglia centralmente e in velocità tutta la difesa dell’Inter e in semi svicolata da dentro l’area batte Sommer.
Inizio di Derby complicato per l’Inter, con la squadra di Simone Inzaghi che fatica a contenere la sfuriate in ripartenza del Milan ma anche a produrre i soliti meccanismi di gioco. I rossoneri non concedono spazi centrali alla mediana dell’Inter, ma permettono ai nerazzurri lo sfogo sulle fasce e soprattutto a sinistra con Dimarco spesso libero di agire e con spazio da attaccare, contro un Milan più lineare in blocco centrale ma che per struttura copre meno gli esterni Da tale dinamica nasce l’1-1 al minuto 27. Cambio gioco di Barella a pescare l’esterno sinistro interista, che combina con Lautaro e solo davanti a Maignan incrocia bene col mancino per il gol del pari. L’Inter riprende fiducia sul tramonto del primo tempo, ma il Milan non smentisce la sua pericolosità nelle transizioni offensive veloci.
Nel secondo tempo del Derby è quasi un monologo rossonero. Il Milan approccia con molta più cattiveria e intensità rispetto ad un Inter molle e che fatica a produrre gioco, ma che è anzi vulnerabile alle tantissime ripartenze rossonere nella porzione centrale, con la squadra di Fonseca che sfiora più volte il gol con occasionissime Leao (miracolo di Sommer) e Abraham. Deludono e lasciano perplessi le scelte di Inzaghi, che indebolisce il dinamismo e la qualità della squadra togliendo Calhanoglu e Barella, e inserendo degli impalpabili Frattesi e Asllani. Il meritato gol vittoria del Milan arriva al minuto 89 su calcio piazzato. Grande palla in mezzo di Reijnders e colpo di testa vincente di Gabbia, che regala il Derby ai colori rossoneri.