Ieri l’Inter è uscita sconfitta 1-2 nel Derby contro il Milan, con i rossoneri che con merito hanno conquistato la Stracittadina e interrotto la striscia positiva degli uomini di Inzaghi che andava avanti da sei sfide di fila. Una pessima Inter, mancata in carattere e nel gioco e che è sembrata in balia totale della squadra di Fonseca.
La notizia positiva dell’amarissima serata di ieri per l’Inter arriva forse e solamente dalla classifica di una Serie A che dopo cinque giornate non ha ancora un padrone, e che soprattutto non ha ancora visto una delle big strappare e convincere pienamente. Per il resto ieri al Meazza l’Inter è uscita con le ossa rotte dal Derby contro il Milan, un KO che se è stato di misura nel punteggio non lo è stato nella differenza di prestazioni tra le due squadre.
Le sensazioni e le atmosfere della vigilia mettevano l’ago della bilancia del favorito lato Inter, con i nerazzurri che venivano dall’ottima prova contro il Manchester City in Champions League mentre il Milan veniva dal KO col Liverpool e in generale da una situazione complicata, con il tecnico Fonseca considerato già a rischio.
Poi c’è il campo che cancella ogni discorso pregresso e dice una sua verità. Quella di un Milan che si è rialzato in un momento delicato della sua stagione e che ha dominato e vinto con merito il Derby, con i rossoneri che non ne vincevano uno dal 5 settembre 2022. La squadra di Fonseca ha vinto la partita soprattutto sul terreno del carattere e di un approccio nettamente migliore rispetto a quello dell’Inter. Furente, aggressiva e rabbiosa la formazione rossonera quanto svogliata, distratta e impaurita quella nerazzurra. Poi il Milan (e Paulo Fonseca) l’ha vinta con la tattica.
Il Diavolo ha sorpreso l’Inter con una formazione molto più aggressiva del 4-2-3-1 negli interpreti con l’inserimento dal primo minuto del poker d’attacco composto da Leao, Pulisic, Morata ed Abraham. Una strategia vincente con il Milan che si è compattato in fase di non possesso e poi ha letteralmente tagliato il centrocampo dell’Inter con continue percussioni centrali e in velocità dei suoi uomini offensivi, causate o da pressing o da errori di palleggio nerazzurri. Una mossa su cui l’Inter e Simone Inzaghi non hanno saputo controbattere dall’inizio alla fine di una partita, che poteva anche avere un passivo migliore a favore dei rossoneri.
Sostanzialmente e in sintesi l’Inter non ha giocato il Derby, se non quei dieci minuti di buona manovra che hanno poi portato al momentaneo pareggio di Dimarco dopo il vantaggio di Pulisic. Seppur in contesti diversi e con avversari diversi, ieri col Milan ci sono stati similitudini preoccupanti del pari di Monza.
Vale a dire che senza ritmo e senza intensità e soprattutto senza trame di gioco l’Inter perde tutti i suoi punti di forza, e letteralmente non ha altre armi in campo per fare male agli avversari. Ieri il Milan lo ha capito e ha soppresso sul nascere il cervello nerazzurro in mediana, mettendo una marcatura alternata a uomo su Calhanoglu e aggredendo un insufficiente Mkhitaryan, lasciando al solo Barella il peso di fare tutto. Senza voglia e senza idee i Derby non li vinci, non li pareggi ma li perdi.
I giocatori hanno deluso per atteggiamento e basso livello tecnico e sono stati mangiati da un ottimo Milan, ma ieri il Derby l’ha perso in maniera netta anche Simone Inzaghi. Il tecnico nerazzurro è stato di fatto incartato da Fonseca, con il collega rivale che gli ha chiuso i punti forti lo ha sorpreso nelle sue debolezze senza che ci fosse una contromossa o almeno un aggiustamento in corso d’opera. Un Inzaghi in confusione che in una serata con un Inter in difficoltà sceglie di togliere il cuore del centrocampo Barella e Calhanoglu all’ora di gioco per mettere i mediocri Asllani e Frattesi, che dal loro ingresso non l’hanno mai vista.
Un monito, l’ennesimo a chi in estate non ha fatto mercato e si è raccontato la bella bugia che l’Inter “A disposizione due rose“. La verità è che l’Inter può contare su un gruppo di giocatori di livello molto ristretto e che se vengono tolti il livello cala in maniera drastica. Una cosa che Simone Inzaghi dovrebbe suo malgrado sapere, ma con cui continua a farsi del male e a fare del male alla squadra.