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Inter, l’attacco funziona ma la difesa no: serve la svolta

(Photo by Spada, LaPresse – Interdipendenza.net)

Uno dei principali dati emersi dalle prime nove partite stagionali dell’Inter giocate tra campionato e Champions League e che i nerazzurri hanno mantenuto una produzione offensiva elevata in attacco, ma l’Inter ha mostrato fragilità e debolezza in difesa. Quali sono stati i problemi di questo inizio stagione e cosa può fare Inzaghi per rimediare?.

La stagione è iniziata da poco meno di due mesi ma le nove partite disputate dall’Inter dal 17 agosto al 5 ottobre sono già un campione abbastanza importante per delinare i pregi e i difetti mostrati dai Campioni d’Italia in questo primo scorcio dell’annata 2024/2025.

Inter, l’attacco va trascinato dalla Thu-La e da un gioco che c’è. Distrazioni, leggerezza e “caratteristiche” stanno punendo la difesa

L’Inter finora tra Serie A e Champions League ha giocato come detto nove partite con uno score di 5 vittorie, 3 pareggi e 1 sconfitta. Nello specifico i nerazzurri hanno trovato i 3 punti contro Lecce, Atalanta, Udinese e Torino in campionato e contro la Stella Rossa in Champions League. Trovato il segno X contro il Genoa e il Monza in campionato e contro il Manchester City in Champions League e hanno perso il Derby contro il Milan in Serie A.

Tra le due competizioni l’Inter ha segnato 20 gol (16 in campionato e 4 in Champions tutti contro la Stella Rossa) e ne ha subiti 9 tutti presi solo in campionato. Il dato da leggere seguendo i puri numeri è che l’attacco funziona, nonostante alcune prestazioni sottotono dal punto di vista di un gioco che ancora deve brillare totalmente. I nerazzurri sono per ora il miglior attacco del campionato (assieme all’Atalanta) e i venti gol realizzati in nove partite dipingono una media abbondante di due gol a partita per la squadra di Inzaghi, che ha vissuto la crisi tardo-estiva di Lautaro Martinez ma che ha scoperto in Marcus Thuram un nuovo bomber, con l‘attaccante francese attualmente capocannoniere della A con 7 reti e in condivisione con Mateo Retegui.

Errori individuali e di sistema. I 9 gol subiti sono un’allarme da sistemare subito per non rovinare la stagione

Dei 20 gol realizzati dall’Inter la metà sono stati realizzati dalla ThuLa (7 per Thuram e 3 per Lautaro), mentre gli altri attaccanti hanno per ora dato un contributo minimo alla causa, con 1 solo gol a testa per Taremi e Arnautovic. Dodici i gol del reparto offensivo sui venti totali, con le altre reti equamente divise con Darmian, Calhanoglu (2), Barella, Dumfries, Dimarco e Frattesi a cui va aggiunta un’autorete avversaria.

Il dato che preoccupa sono i 9 gol subiti dall’Inter in Serie A. Clamorosamente i nerazzurri hanno tenuto la porta inviolata nelle due gare di Champions League contro Manchester City (soprattutto) e contro la Stella Rossa, mentre in campionato il reparto arretrato si è mostrato tutt’alto che il bunker imperforabile della passata stagione. In A l’Inter ha tenuto la porta chiusa solo due volte (contro Lecce e Atalanta) in sette giornate e in quattro di esse ha subito almeno due gol (Genoa, Milan, Udinese e Torino).

Le “colpe” di Bisseck e forse serviva il nuovo centrale?

Delle 9 reti prese dall’Inter in campionato uno degli elementi più ricorrenti è che si siano trattati per la maggioranza di “regali” della difesa nerazzurra agli avversari, piuttosto che loro meriti nel fare male alla squadra di Inzaghi. I gol subiti nel 2-2 col Genoa nella prima giornata sono stati essenzialmente due grossolani errori individuali di Sommer in uscita e di Bisseck, che in area a partita quasi finita allarga in maniera clamorosamente ingenua il braccio e dando rigore ai rossoblu.

Errori di distrazione, di calo di concentrazione e di mancata attenzione? Tutto un mix che ha già però fatto perdere punti. Non solo pecche individuali, ma anche una morbidezza generale in marcatura e nell’opporsi all’avversario di tutto il reparto come visto nella partita col Monza e sul momentaneo vantaggio di Dany Mota. Il colpevole è Pavard che si fa anticipare dall’attaccante, ma è tutto l’atteggiamento difensivo a fronte dell’azione avversaria a lasciare dubbi.

Dubbi e incertezze che nel KO nel Derby col Milan si sono palesate nella maniera più forte. Nella Stracittadina i rossoneri hanno punito in velocità l’Inter, puntando su uno dei punti deboli dei nerazzurri come un blocco centrale non rapidissimo e che vede Acerbi come anello debole. L’Inter si è mostrata parecchio vulnerabile nel subire le ripartenze avversarie e forse in estate sarebbe servito l’investimento su un nuovo centrale futuribile. Una partita che è poi stata decisa da un piazzato, dove Gabbia anticipa Frattesi ma dove ancora una volta tutta la linea difensiva dell’Inter è sembrata ferma e poco accorta su quello che gli accadeva attorno.

l’Inter deve la compattezza in difesa per puntare in alto

Le ultime due partite di campionato con Udinese e Torino hanno visto due vittorie dell’Inter entrambe per 3-2 e rappresentano una bella sintesi di questa analisi con 6 gol fatti e 4 subiti. I due gol di Udine sono ancora imputabili a Bisseck, con il centrale tedesco che non è partito alla grandissima in stagione. Sul primo gol (iniziale vantaggio di Ehizibue), la marcatura è ad una distanza non accettabile da tenere in area e il secondo gol è un inspiegabile errore di comunicazione tra lui e Acerbi, che sbagliano in impostazione e aprono la strada in ripartenza al gol di Lucca.

Sabato con il Torino poi come si dice l’Inter si è fatta gol da sola. Il gol del 2-1 di Zapata nasce da un altro errore di Bisseck che esce troppo irruento sull’attaccante colombiano lasciando la sua zona scoperta e costringendo a rimediare in velocità Acerbi e Darmian, sicuramente non due tra i difensori più abili nel rincorrere. Poi l’ingenuità su rigore di Calhanoglu, che colpisce Masina e che trasforma una partita chiusa in riperta fino alla fine. Cosa può prendere Inzaghi da queste mancanze e migliorare la difesa dell’Inter? Sicuramente ritrovare compattezza, solidità e spingere su un atteggiamento non così lassivo in fase di non possesso. E poi ridare centralità ad un profilo come Benjamin Pavard, stranamente panchinato nelle ultime uscite da un proprio irreprensibile Bisseck ma che per esperienza e acume tattico può sicuramente dare più garanzie rispetto al giovane tedesco.

Published by
Riccardo Tanco