Nicolò Barella si è raccontato in una lunga intervista concessa a Matteo Caccia. Ha parlato di sé, del suo rapporto con la famiglia e della sua passione per il calcio. Ecco che cos’ha detto e i momenti salienti.
Non ci ha messo molto Nicolò Barella a entrare nel cuore dei tifosi interisti e giorno dopo giorno questo amore continua a crescere. Come il suo nei confronti della paternità, una scelta fatta da giovane grazie all’ambiente in cui è cresciuto:
“Sono cresciuto in una famiglia numerosa. A turno tutti hanno fatto un po’ i genitori e mi è sempre piaciuta questa cosa. Quando ho conosciuto la donna giusta, mia moglie, abbiamo deciso di mettere subito su famiglia. Spero di essere un buon padre, un padre presente”.
Parole di chi è responsabile, cosa che ha sempre dimostrato anche in campo. Ha poi proseguito parlando della sua passione per la cucina e per il buon vino, dimostrando che oltre il calciatore, come sempre, c’è di più.
Chi si immagina che Barella pensi solo al calcio e che una volta uscito dal campo non faccia nulla si sbaglia di grosso. “Non posso svegliarmi alle 11, devo portare i bambini a scuola. Mi alzo alle 7.30, faccio colazione, porto le bambine a scuola e vado al campo”.
Insomma, una vita devota alla famiglia e al pallone, ancora una passione prima che un lavoro come ha ribadito nell’intervista rilasciata a Matteo Caccia. Ha poi parlato del lato oscuro di questo mondo, legato al mondo dei social e alle critiche gratuite e offensive.
“Ci sono le critiche, i social che spingono la gente a dire cose che prima si dicevano al bar. Questo diventa un impegno per la testa.”
Non manca ovviamente la bellezza nella professione che svolge e non si è dimenticato di ricordarlo, ma come per ogni cosa ci sono anche dei lati negativi di cui tenere conto.