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Inter-Juventus 4-4, i soliti gravi e prevedibili errori

Inter Juventus

Photo by Spada, LaPresse - Interdipendenza.net

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Photo by Spada, LaPresse – Interdipendenza.net

Una partita che ne ha vissute dentro di sè mille altre, una girandola di colpi si scena che alla fine ha lasciato i nerazzurri come i maggiormente delusi. Inter-Juventus 4-4 di ieri sera ha raccontato molte cose e la più rilevante è che gli uomini di Inzaghi sono nuovamente caduti vittime delle loro debolezze.

Come è stato sottolineato da più parti Inter-Juventus andata in scena ieri a San Siro è stata una partita assolutamente divertente per gli spettatori neutrali, un big match di Serie A con otto gol totali in cui ci è stato dentro di tutto e soprattutto errori gravi di entrambe le difese e che hanno permesso tale sviluppo. A uscire peggio resta però l’Inter, che non è riuscita a gestire il doppio vantaggio sul 4-2 ad inizio secondo tempo e ha subito una rimonta che ha fatto sfumare la vittoria.

Inter-Juventus 4-4, la difesa non c’è e il gioco nemmeno. Uno sviluppo prevedibile che solo Inzaghi non ha capito

Lato Inter la partita di ieri sera è stato un manifesto di tutto quello che non va in questi due altalenanti mesi di stagione, dove i nerazzurri hanno confermato una disgregazione del proprio sistema difensivo su cui la Juventus è andata a nozze. Nelle possibili analisi del pre partita uno dei maggiori pericoli che poteva correre l’Inter era sostanzialmente trovarsi di fronte alla replica degli ostacoli visti nel Derby contro il Milan. Una squadra che ha saputo attaccare l’Inter nei suoi punti deboli, con i nerazzurri che si sono nuovamente confermati estremamente vulnerabili nell’assorbire le ripartenze e i contropiedi avversari. La Juve tra le altre cose, ha fatto una partita impostata in tale modo e tre dei quattro gol bianconeri sono arrivati da situazione di transizione che hanno colto impreparata a livello tattico la fase di non possesso nerazzurra, che per caratteristiche di centrocampisti e difensori non può semplicemente permettersi di aprirsi in mezzo al campo e lasciare spazi da poter correre agli avversari, che ormai hanno sostanzialmente capito come far male ad Inzaghi.

Il KO contro il Milan è datato ormai oltre un mese fa e il dato preoccupante è che nonostante il colpo contro i rossoneri è stato un bello schiaffo a livello tattico su cosa l’Inter non avrebbe dovuto fare per andare in difficoltà, la partita contro la Juventus ha fatto capire che nessuno a partire da Inzaghi ha capito la lezione. Il tecnico nerazzurro ha commesso gli stessi, gravi e prevedibili errori non sapendo porre rimedio ad una falla sistemica della sua squadra con una compattezza diversa e in quelle situazioni su cui gli avversari si poteva sapere avrebbero colpito, che come detto per tre volte su 4 si è fatta infilare in campo aperto dopo una palla recuperata in aggressione dalla Juventus (la stessa dinamica che portò il vantaggio di Pulisic).

Errori individuali, un atteggiamento difensivo dilettantistico. E no, l’Inter non ha giocato bene

Bisogna partire per forza da questo, dalla perserverazione del male da parte dell’Inter (come recita il famoso detto latino? Errare Humanum Est…), che per non farsi mancare nulla nel pacchetto di una difesa che in questa stagione sostanzialmente non esiste, ha subito gol anche a difesa schierata con la dormita collettiva di due pessimi de Vrij e Bastoni che in occasione del primo pari bianconero si perdono il facile inserimento centrale di McKennie, libero poi di aprire al tap-in di Vlahovic.

Una partita con tante cose, ma con molto poco di salvabile in casa Inter. Che no, non ha giocato una bella partita. L’Inter non ha mai avuto le mani sul volante di una sfida generalmente anarchica e che ha favorito le fiammate della Juventus, e che non ha saputo acquietare con i soliti meccanismi di gioco. Due gol su rigore nel primo tempo e un’unica azione manovrata che ha poi prodotto il 2-2 di Mkhitartyan. L’Inter poi non l’ha giocata nemmeno nel suo momento migliore, quello del 4-2. L’impressione anche col doppio vantaggio è che l’Inter non ha mai avuto il controllo della partita, mancando di gestione, palleggio e acume tattico ma anzi restando comunque in balia di una Juve che continuava ad attaccare a testa bassa. Poco serve quindi il rammarico per le occasioni sprecate per il quinto gol che avrebbe (forse…) chiuso la partita.

Le colpe di Inzaghi che non si sente responsabile ed è soddisfatto di aver buttato una partita

L’Inter si è buttato via e come spesso è capitato in questi quattro anni molto del sale sulla ferita ce l’ha piazzato Simone Inzaghi. Che ha subito la seconda umiliazione tattica stagionale dopo la suonata subita da Fonseca, le ha prese anche dall’esordiente ad alto livello Thiago Motta, che semplicemente ha fatto la partita che doveva fare, vale a dire sorprendere l’Inter in velocità e con le transizioni gentilmente concesse dal Mister Campione d’Italia.

Inzaghi ha rovinato una partita che comunque la squadra aveva raddrizzato sul 4-2 con i soliti cambi scellerati. L’ingresso di Frattesi per Zielinski (adattato in regia), ha tolto quel poco di ordine a centrocampo che l’Inter aveva. Con l’ingresso della mezzala italiana (che dovrebbe aver toccato dagli 0 a 1 pallone dal suo ingresso a metà ripresa), i nerazzurri hanno smesso ancora di più di giocare. Scellerato e dannoso il cambio Pavard (colpevole di essere stato ammonito) per Bisseck, con il centrale francese autore di una buona partita sul centrodestra. Con l’arrivo del maldestro centrale tedesco invece la Juve trova campo fertile e nessun tipo di marcatura, con i bianconeri che producono i gol del 4-3 e 4-4 con Yildiz proprio da quella parte, e con il trequartista turco che teoricamente doveva essere preso in consegna da Bisseck, che invece non era di zona chissà perché. L’Inter butta via due punti e una vittoria contro la Juventus confermando lacune enormi in difesa e un’idea di gioco che non può assentarsi nemmeno per un secondo. Una partita dove quasi chiunque aveva previsto potenziali pericoli e problemi, tutti tranne chi deve occuparsene.